TEATRO LIRICO GABER
Ballerini e illusionisti in scena con “Alice”

Non intendo raccontare l’intera storia di Alice, ma usarla come punto di partenza per dare libero sfogo all’invenzione. Sono curioso di vedere cosa succederà, e sto diventando sempre più curioso quanto più conosco Lewis Carroll, che, come me, era un appassionato fotografo».
Così il regista e coreografo Moses Pendleton, direttore artistico di Momix, ha avuto modo di definire la sua ultima creazione, “Alice”, in scena al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano fino al 16 ottobre.
La strepitosa compagnia di ballerini-illusionisti, conosciuta in tutto il mondo per i suoi spettacoli di eccezionale inventiva e bellezza, e capace di evocare un mondo di immagini surreali facendo interagire corpi umani, costumi, attrezzi, giochi di luce, festeggia i suoi quarantadue anni d’esistenza con uno spettacolo che si ispira al racconto di Carroll e che diventa un pretesto per coinvolgere in visioni, magie di forme, colori, suoni, corpi dei ballerini che mutano attraverso oggetti, corde e corpi di altri danzatori esattamente come il corpo di Alice cresce, si restringe e cresce di nuovo.
E che danno vita al Bianconiglio, al Cappellaio Matto, allo Stregatto, alla Regina di Cuori, al Bruco e a tutti gli incantesimi che il Paese delle Meraviglie continua a lanciare.
«Vedo Alice come un invito a inventare, a fantasticare, a sovvertire la nostra percezione del mondo, ad aprirsi all’impossibile.
Il palcoscenico è il mio narghilè, il mio fungo, la mia tana del coniglio. Penso che Alice sia una scelta naturale per Momix e un’opportunità per noi di scoprire fin dove arriva la nostra fantasia.
Con questo spettacolo voglio raggiungere sentieri ancora inesplorati nella fusione di danza, luci, musica, costumi e proiezioni».
Del resto, si tratta di una storia piena di immagini e di logica assurda in grado di trascinare in un viaggio magico, misterioso, divertente ed eccentrico.
L’universo assurdo e pieno di fantasia creato dalla curiosità di Alice si coniuga perfettamente con i mondi creati da Pendleton per i Momix: simili a sogni e popolati spesso da creature strane e stravaganti. E la favola nata su una barca da un professore di matematica dell’età vittoriana per intrattenere tre sorelline, e più tardi trascritta e fatta illustrare da John Tenniel, ancora una volta diventa un’avventura che sembra essere sognata da chiunque le sta vicino. Che sia un bambino o un adulto.
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