IL CONCERTO
Baby Gang canta la sua fine del mondo
È diventato l’emblema e la star del music business di marca hip hop. Il 14 dicembre all’Unipol Forum di Assago
Controverso. È un termine probabilmente abusato nella musica italiana, soprattutto quando al centro dell’attenzione viene posta la scena urban nazionale. Ma è anche un termine appropriato quando si parla di Baby Gang, forse l’unico possibile per descrivere un personaggio diventato al contempo emblema e star del music business di marca hip hop senza scadere nell’opinabile indulgenza o nel più moralistico dei giudizi. Forse bisognerebbe lasciar parlare il suo rapping, cosa già di per sé problematica visti i messaggi di certo non politicamente corretti che ne scaturiscono. Ma è anche uno dei modi più onesti per annunciare il suo ritorno sulle scene, che passerà anche per l’Unipol Forum di Assago sabato 14 alle 21.
La Fine del Mondo. Questo è il titolo che segna il minitour per i palazzetti italiani del rapper italo-marocchino. Una rassegna di esibizioni molto esigua, in realtà, complice le recenti vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto Baby Gang nell’ultimo anno. Prima un’accusa di lesioni, poi gli arresti domiciliari revocati a causa di un utilizzo non consentito dei social network. Infine, un’assoluzione che si spera tenga lontano il 23enne lecchese dalle brutte abitudini in cui è spesso incappato fin da ragazzino, dai piccoli furti a rapina e porto illegale di armi. Fatto sta che prima e dopo il concerto al palasport alla periferia di Milano, sarà impegnato solamente in altre due date, elemento che tanto basta a renderle esclusive, per lo meno dal punto di vista dei suoi fan: sarà al Palaprometeo di Ancona giovedì 12 e all’Inalpi Tour di Torino sabato 21. Questo è quanto, e nonostante da promuovere ci sia un album acclamato come L’angelo del male, che per crudezza dei testi e narrazione del disagio giovanile si è guadagnato il plauso non soltanto in patria, di Baby Gang fanno ancora scalpore più le azioni fuori che dentro il suo universo rap. Zaccaria Mouhib (questo il suo nome all’anagrafe) dice di essere cambiato, e soprattutto di guardare al passato con profonda vergogna. Recentemente ha incontrato circa 600 ragazzi delle scuole di Pesaro insieme a don Claudio Burgio, coordinatore dell’Associazione Kayròs per il sostegno di adolescenti in situazione di disagio, raccontandosi non solo come un diverso che ha intrapreso strade sbagliate, ma anche spronando il giovane uditorio ha porsi un obiettivo chiaro in testa, per non essere travolti da un vuoto che è allo stesso tempo personale e sociale. Sicuramente Baby Gang ha trovato una pienezza proprio nella realizzazione della propria passione musicale, con non pochi attestati di stima tra colleghi, fan e addetti ai lavori. Nel già menzionato L’angelo del male compaiono featuring di fama. Delle sedici tracce quasi nessuna non presenta almeno una comparsata, mettendo a confronto il nostro con i flow di Jake La Furia ed Emis Killa, Ernia, Fabri Fibra, Geolier e Rkomi, Blanco e Marracash, Lazza e Tedua, Gemitaiz e Madman, Sfera Ebbasta, Guè, Rocco Hunt e Paky, fino al nemico/amico Simba La Rue e l’altrettanto ambiguo Niko Pandetta. A sostenere le basi, inoltre, ci sono le produzioni di Higashi, Bobo e Poison Beatz.
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