BINGE WATCHING
La maratona? Si corre da casa

In principio fu la Maratona, quella vera, e cioè la corsa di Fidippide che, dalla città di Maratona, percorse a piedi oltre 42 chilometri fino all’Acropoli di Atene per annunciare la vittoria sui persiani nel 490 a.C. L’eroica impresa venne ripresa come competizione sportiva “simbolo” dell’atletica leggera: era il 1896 e si disputava la prima edizione delle Olimpiadi moderne, con la vittoria di Spyridon Louis.
Mentre in epoca più moderna, c’è stata una trasposizione decisamente meno romantica e faticosa: le maratone culinarie di Natale e, da ultimo, quelle televisive. La più celebre in Italia riguarda l’informazione, grazie al format inventato da Enrico Mentana per seguire soprattutto degli eventi politici.
Ma gli appassionati delle serie tv hanno scoperto quello che in inglese si chiama Binge watching. Il termine indica l’atto, appunto, del binge-watch, ossia il guardare programmi televisivi per un periodo di tempo superiore al consueto e particolarmente nell’usufruire della visione di diversi episodi consecutivamente, senza soste. Si trasformano così le serie televisive come se fossero un filmone, “bevendosele” tutte in un sorso. Roba che anche il film Cleopatra del 1963 da 320 minuti, potrebbe sempre un trailer.
Già perché il maratoneta sa bene che può concedersi soltanto qualche pausa pipì, tenendo a portata di mano snack, caffè e bibite per rimanere in forze. Per chi volesse scolpire la propria silhouette sulle pieghe del divano, senza alzarsi per ore e ore, si è arrivati addirittura all’evoluzione di questa pratica, col binge racing, ossia una gara d’abbuffata in cui guardare l’intera serie tv in sole 24 ore. Se guardare i 255 episodi di Don Matteo usciti finora su 12 stagioni è oggettivamente impossibile, è invece leggermente più fattibile sciroccarsi le 18 ore e spiccioli delle due stagioni di Romanzo criminale. La serie tv settimanale o la fiction diventano così un lunghissimometraggio dove, a contribuire alla “fame” di episodi sono stati soprattutto due zuccherini.
Il primo: la possibilità di utilizzare la funzione “on demand”, ovvero di scaricare come e quando si vuole una produzione. E poi, generalmente, la conclusione di un episodio viene costruita in maniera tale per cui si stuzzichi la voglia di andare a vedere immediatamente cosa succederà nel prossimo episodio.
Risultato: in una ricerca recente di Deloitte si illustra come la pratica di guardare più episodi di una serie in una volta era comune a circa il 70% dei consumatori statunitensi, che mediamente guardavano cinque episodi per volta.
E, in Italia, probabilmente, il dato non si scosta di molto. L’abbuffata televisiva piace. Eccome.
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