PULIZIE
Bye bye allo sporco con il guru

C’è chi non può vivere senza uno strofinaccio in mano. E chi invece ha una allergia innata alle pulizie. C’è poi chi invece ci prova, ma proprio non riesce a essere ordinato. E dopo aver pulito, in un batter d’occhio sporca e genera caos. Ci sono poi quelli che hanno i “santi protettori” e senza un aiuto in casa si sentirebbero persi.
Eppure arriva il momento anche per loro, se non vogliono affogare, di rimboccarsi le maniche. Che sia questione di attitudine, educazione o di passione, e necessità c’è una costante: tutti prima o poi devono prendersi cura della propria casa.
Rifugio, nido, luogo dove sentirsi al sicuro. E dunque volerle bene, renderla accogliente e profumata. Quella Home sweet homedi cui parla di cui parla nel suo libro edito DeAgostini il coach dell’ordine più famoso d’Italia, Luca Guidara.
Nato a Cantello ma adottato da Milano da un paio di anni. Seguito da oltre 69mila follower si sente nell’animo Marie Kondo ma nel Dna è un po’ il Diavolo veste Prada. Le sue keywords sono - neppure a dirlo - >ordine, >pulito e >vapore. È sufficiente seguirlo sui social e con i suoi video per avere indicazioni su come pulire, suggerimenti pratici e persino ecologici.
Basti pensare che il video con cui spiega come occuparsi del frigorifero in soli 4 giorni ha raccolto oltre 29mila visualizzazioni: con Luca diventa un gioco da ragazzi. «Pulire è fare spazio fisico e mentale. Accogliere il nuovo, e avere energia», spiega Guidara che dopo aver lasciato la sua vita precedente ha dato ascolto ascolto alla sua passione: pulizia e ordine.
«Penso che sia tutta colpa di mia madre. O forse è grazie a mia madre che fin da piccolo mi ha insegnato a prendermi cura di me, della mia camera e sistemare». Perché l’ordine e lo spazio non solo sono belli in sé ma permettono anche di creare, come sottolinea: «Fin da piccolo, pulivo e spostavo l’arredamento della mia camera in modo da ottenere un angolo tutto mio, che mi piacesse e seguisse le mie inclinazioni del momento. Da adulto, aver lavorato otto anni come commesso mi ha dato anche maggior rigore e organizzazione fin quando deciso di prendermi tempo per capire cosa fare della mia vita. E mentre guardavo i profili social mi è venuta l’idea: tutti stereotipati fanno selfie parlano di moda, viaggi. Io avrei raccontato quello che amo fare per distinguermi dalla massa. Le pulizie non sono trendy? È roba da Cenerentola? Evidentemente no».
Ed è nata una stella, il coach dell’ordine. «La bellezza del mio lavoro è legata all’interazione con le persone: prima di tutto i miei follower sono veri perché mi chiedono, scrivono e discutiamo. Io do consigli testati magari basandomi su formule classiche e vecchi rimedi delle nonne che però adatto e cerco di migliorare. Il mio target sono 90 per cento donne dai 20 ai 50 anni, casalinghe e no, ho anche un 10 per cento di uomini, ragazzi. Ed è loro che va il mio messaggio: togliamo questa etichetta che fare le pulizie sia una roba da donne. Pulire è prendersi cura e vivere meglio».
I segreti per pulire la casa? «Prima di tutto la playlist per me è fondamentale: perché dà energia, fa compagnia e dà la dimensione del tempo che passa. Per ogni stanza creiamo una playlist e appena sarà finita passiamo ad altro. In questo modo dosiamo le energie, altrimenti rischiamo di non finire ed essere troppo stanchi. In questo momento ascolto Diodato con la canzone che ha vinto Sanremo, Fai rumore».
Molto meglio del suono dell’aspirapolvere. «Un altro modo per tenere in ordine è organizzare a livello temporale: ci sono necessità quotidiane, pulizie settimanali, mensili, trimestrali e giornaliere». Suggerimenti dati con il sorriso e leggerezza, possono aiutare i disordinati cronici. Quindi, mettiamoci l’animo in pace e come dice il coach: «Lo sporco non sparisce solo perché non si vede». I furbacchioni e le furbacchione che spolverano le mensole senza togliere i libri e i soprammobili sono avvisati.
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