AL FRANCO PARENTI
Con Charlotte Rampling il Bardo incontra Bach

Un’attrice britannica che ha segnato la storia del cinema internazionale, ma anche italiano, nel quale ha debuttato appena ventiduenne in La caduta degli dei di Luchino Visconti e vestendo nel 1974 i panni di un’ebrea sopravvissuta che dopo la guerra incontra per caso il suo aguzzino in Il portiere di notte di Liliana Cavani.
Una violoncellista franco-americana per la quale la musica è sempre stata un laboratorio di ricerca libera, di scoperta ed esplorazione, che vanta, tra le altre, esibizioni come solista con la Paris Orchestra, la French National Orchestra, la Belgian National Orchestra, la Liège Philharmonic, la Israel Philharmonia, la Philharmonic Orchestra del Lussemburgo. Charlotte Rampling e Sonia Wieder-Atherton danno vita, all’interno degli spettacoli proposti per i cinquant’anni del teatro Parenti, al progetto Shakespeare – Bach, produzione del Centre International de Créations Théâtrales / Théâtre des Bouffes du Nord in accordo con Les Visiteurs du Soir, in programma lunedì 11 luglio nella Sala Grande di via Pier Lombardo.
Una suite per violoncello creata a partire dai sonetti di Shakespeare e dalle musiche di Bach, unendo le loro voci e facendo in modo che il tempo richiesto per recitare un sonetto sia lo stesso riservato alla musica. Un ritmo dato da parole e note che si amalgamano superando i rispettivi confini, per uno spettacolo che viene proposto in inglese con sovratitoli in italiano. E che segna una nuova collaborazione tra Charlotte Rampling e Sonia Wieder-Atherton, dopo aver lavorato combinando i versi di Sylvia Plath e la musica di Benjamin Britten nel 2013. Sonia Wieder-Atherton è anche direttrice della performance, il progetto sonoro è di Alain Français. Luci di Jean Kalman e video di Quentin Balpe, interviene anche la voce di Marc Zeitline. In commenti rilasciati in passato sullo spettacolo, che ha debuttato lo scorso agosto in Romania, al Sibiu International Theater Festival, la stessa Sonia Wieder-Atherton aveva notato come la memoria, ritornando, porta volti, nomi, frammenti di storie e di suoni: così i sonetti di Shakespeare e la musica di Bach assumono una presenza ancora più forte, intessono un vero e proprio duetto e diventano in questo progetto una sorta di “unicum” artistico in cui i versi e le note si riflettono a vicenda. Dimostrandosi scolpiti nel tempo e capaci ogni volta di riflettere di una luce nuova e che, come accade nello spettacolo in programma al Teatro Parenti, riescono a offrire un risultato ipnotico.
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