DA PROVARE
Esplorare la natura selvaggia

Avete mai pensato di indossare la muta da sub ma per andare in montagna? E insieme alla muta usare anche attrezzi per l’arrampicata? Per chi non può fare a meno di acqua e sport in tutte le sue declinazioni, questa estate 2020 è quella delle attività all’aria aperta fra foreste, montagne, fiumi, torrenti, laghi dove poter entrare a stretto contatto con la natura. Per gli appassionati di trekking con una predilezione per avere i piedi a mollo il torrentismo o canyoning è l’attività che coniuga acqua, trekking e montagna.
C’è la forma più soft che è acqua trekking. In generale, si tratta di una attività ricreativa se affrontata in modo più intenso è anche sportiva che viene praticata in montagna e consiste nella discesa dei torrenti che scorrono nei canali rocciosi, senza l’ausilio di natanti come canoe, kayak o gommoni. Si scende a piedi.
Unica concessione sono le corde, utilizzate per calarsi nei tratti verticali dei canali, oppure per attraversare punti particolarmente esposti, dove il rischio di cadere sarebbe altrimenti troppo alto. I canali scavati e levigati dall’azione erosiva dell’acqua, sono le forre, gole e orridi e la loro discesa può presentare diversi livelli di difficoltà, viene effettuata con un misto di trekking e tecniche alpinistiche con un equipaggiamento «mare e monti» ovvero con mute da sub e attrezzatura per l’arrampicata in montagna.
A differenza degli sport estremi, il canyoning si può praticare anche senza una preparazione specifica, basta affidarsi all’esperienza di guide specializzate. I praticanti abituali di torrentismo in Italia sono oltre 3000.
Oltre ai gruppi autonomi, i praticanti di provenienza speleologica si aggregano soprattutto attorno ai gruppi speleologici del Club Alpino Italiano e della Società Speleologica Italiana, esiste dal 1998 l’Associazione italiana canyoning (AIC). La pratica ha le sue origini negli anni Ottanta del Novecento, in Francia.
Lo speleologo Alfred Martel è considerato il precursore del canyoning: nei primi del Novecento fu lui a iniziare le prime esplorazioni - a carattere scientifico - dei canyon nelle profonde Gole di Verdon. È così che negli anni Ottanta francesi e spagnoli iniziarono a praticare l’attività esplorativa in un’ottica più sportiva.
I percorsi variano in funzione del torrente e della capacità di chi lo pratica. Un’altra considerazione da tenere presente è che una volta cominciata la discesa nella forra non è più possibile fare il percorso a ritroso, ma proseguire fino al termine.
Per quanto riguarda l’attrezzatura «mare e monti», importante è avere una muta in neoprene, necessaria per proteggersi dal freddo e dall’acqua. Ci sono in commercio delle calzature specifiche per il canyoning in neoprene o gomma.
È necessario avere anche l’imbracatura, moschettoni e discensore che consentono di scendere le cascate con le corde. Il borsino o zaino deve poi contenere coltello, martello e tasselli da piantare. Non ultimo, è indispensabile avere un caschetto per riparare la testa. Non resta che provare, adrenalina a mille e forti emozioni assicurate.
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