LA FORTEZZA
Nella fucina del fabbro coltellinaio

Circa ottomila anni fa l’uomo iniziò a imparare a forgiare i metalli. Oggi, invece, c’è qualcuno che lo vuole addirittura con un manico in avorio fossile di mammut e guardia realizzata con frammenti di meteorite. D’altronde la capacità di lavorazione del rame, del ferro e delle altre leghe ha permesso all’umanità di uscire dall’età della pietra e di incamminarsi verso l’era contemporanea.
E, da secoli, la forgiatura dei metalli è stata un’arte preziossima all’interno delle civiltà che si studiano sui libri di storia: ma si tratta di una capacità tenuta ancora viva oggi da alcuni artigiani super specializzati. Dei veri e propri maestri e custodi del saper lavorare quello che, in natura, è uno dei materiali più duri e resistenti, come l’acciaio.
È il caso, per esempio, di Leonardo La Fortezza, un cognome che sa di Medioevo e che, di lavoro, fa proprio il coltellinaio. Il 27enne di Daverio è un ex cuoco che, dopo anni nelle cucine, ha deciso di utilizzare i coltelli in un altro modo: costruendoli in prima persona, assieme ad altri utensili, come le sgorbie, gli intagli per il legno oppure altri strumenti su commissione. «Negli anni come cuoco – racconta – ho imparato l’importanza dei coltelli per ogni singolo lavoro da compiere. Poi, per passione, ho iniziato a studiare i coltelli giapponesi, quelli più artigianali e la storia degli acciai. Da questa passione è nata l’idea di trasformare la passione in una professione: studiare la forgiatura a Stia, in provincia di Arezzo, e dedicarmi a questo mestiere».
Dai sughi e dalle salse è passato a un altro “calore”, decisamente più rovente: ovvero l’arte di saper “miscelare” il ferro e il carbonio, vale a dire i due metalli base per formare l’acciaio. «A seconda delle esigenze posso creare anche delle leghe particolari, con una minima parte di manganese, silicio, cromo. Oppure dando vita all’acciaio Damasco, quello utilizzato per le katane giapponesi: per questa lavorazione servono due acciai diversi che creano dei disegni molto estetici e, allo stesso tempo, conferiscono al prodotto elasticità e durezza, così come voluto dai miei clienti, che sono per lo più cacciatori e cuochi di ristoranti stellati».
Insomma, una vera e propria opera d’arte per cui, talvolta, servono anche mesi di lavoro. D’altronde una spada o un coltello ben fatto durano per generazioni intere, mantenendo le caratteristiche di leggerezza, resistenza e taglio.
Come quelli commissionati a La Fortezza: «Generalmente produco per persone legate alla caccia o alla cucina – racconta ancora il coltellinaio – oppure per diletto. Quando lavoro su commissione, mi attengo a realizzare un prodotto che rispetti le richieste, mentre ho qualche libertà in più sulla forma e sull’immanicatura».
Non mancano le richieste particolari: «Un cliente ha voluto che utilizzassi materiali molto particolari, come l’avorio fossile di mammut che si trova soltanto in Siberia, oppure addirittura un pezzo di meteorite per realizzare la guardia». Cose dell’altro mondo. «La soddisfazione più grande è quando ti rendi conto di aver forgiato un coltello duraturo e affidabile, che resisterà agli urti e non avrà problemi con l’acidità per generazioni intere. Come avveniva una volta, con gli strumenti del nonno che, ancora oggi, qualcuno conserva con grande attenzione».
In tal senso l’uomo delle lame di Daverio rilancia la cultura della conservazione degli oggetti, andata persa oggi, nell’era dell’usa e getta dove, spesso, conviene di più comprare il nuovo rispetto a mantenere e riparare il vecchio: «Tutti gli strumenti – conclude La Fortezza – devono essere curati e mantenuti, affinché si mantengano bene nel tempo. Le rotture non avvengono per caso ma, spesso, soltanto perché non si è avuta un’adeguata attenzione».
L’attenzione che, ogni giorno, l’artigiano varesino mette nella sua professione. Proseguendo così la tradizione della forgiatura, o fucinatura, ovvero il metodo più antico per lavorare il ferro e l’acciaio in modo da ottenere lame e utensili. E quindi quell’arte del fabbro forgiatore che, con sapienti e vigorosi colpi di martello, dà forma al metallo arroventato sul fuoco e che un tempo, ma un po’ anche oggi, era considerata al confine tra l’umano e il soprannaturale.
© Riproduzione Riservata