LA MANTIDE
I riti magici, la polizza sulla vita, il marito “fantasma”: il mondo inquietante di Adilma
Delitto Ravasio: riascoltati dal pm l’amante e il genero della brasiliana arrestata per la morte del compagno

Un’assicurazione sulla vita dietro all’omicidio di Fabio Ravasio? È un’ipotesi che prende sempre più forma, soprattutto se l’unico movente possibile è davvero quello economico. Perché Adilma Pereira Carneiro non era sposata con Ravasio, bensì con Marcello Trifone e quindi non avrebbe ereditato nulla. E i due bambini avuti con Ravasio nacquero otto mesi dopo le nozze con Trifone e, fino almeno all’8 agosto, di Trifone portavano pure il cognome. Ieri, martedì 27 agosto, il pubblico ministero Ciro Caramore e la polizia giudiziaria hanno interrogato di nuovo Massimo Ferretti, amante di Adilma, e Fabio Lavezzo, genero della quarantanovenne. E molte zone d’ombra sembrano rischiararsi.
RITI E BUGIE
Ferretti solo ieri ha scoperto che Adilma fosse ancora sposata con Trifone ed è stata una doccia fredda. Stando a quanto avrebbe raccontato al pm era completamente «infatuato» della donna, «facevo tutto quel che voleva lei anche perché credevo ai suoi riti magici e li temevo». In Brasile è molto diffusa la pratica del candomblé e Adilma a quanto pare ne era adepta. Assistito dall’avvocato Luca Orunesu il barista di Parabiago ha reso un’ampia confessione senza recalcitrare, spiegando anche la logistica dell’agguato e i compiti dei coindagati. E a confermare cosa avrebbe spinto Adilma a eliminare Ravasio. «Non lo sopportava più, stava male. E tempo fa mi aveva parlato di una polizza». A Ferretti la donna non avrebbe promesso nulla in cambio, se non il suo amore, quell’amore in cui confida tutt’ora Marcello Trifone che per lei ha fatto di tutto. Compreso fingersi omosessuale per allontanare da Ravasio il sospetto che ci fosse una storia tra loro.
ANELLO DEBOLE
L’interrogatorio di Fabio Lavezzo è iniziato ieri pomeriggio dopo le 16.30. Nelle intenzioni dei suoi legali Simone Rigamonti e Giulia Dosso c’era quella di fare piena luce sulla sua posizione e su quella di altre persone che al momento non sono indagate ma che è difficile non sapessero nulla dei piani della brasiliana. Del resto il trentaduenne fu il primo, lo scorso 22 agosto, a cedere davanti agli inquirenti, glissando però su tanti dettagli e sostenendo che, esaurito il suo ruolo di sentinella, la sera del 9 agosto non conoscesse l’esito dell’agguato mortale. «L’ho immaginato vedendo la Opel ma non ho chiesto e non ho voluto sapere più niente». Fin da subito ha escluso che la fidanzata fosse a conoscenza del progetto diabolico della madre, dubbio che agli inquirenti è sorto giocoforza. Fino a tarda sera il trentaduenne è rimasto in procura a rispondere alle domande del pm. Nei prossimi giorni saranno riascoltati Marcello Trifone e Mirko Piazza. Adilma - che è in carcere a San Vittore - e il figlio Igor detenuto a Busto per ora non sono in calendario.
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