LA DOMENICA IN PIAZZA
Destra e antifascisti divisi sulla sicurezza
Manifestazioni contrapposte a Busto Arsizio
Due piazze, due manifestazioni, due visioni contrapposte di società. Centro presidiato dalle forze dell’ordine, ieri pomeriggio, domenica 26 gennaio, per l’adunata dell’estrema destra in piazza Garibaldi, e il “contro-presidio” del Comitato Antifascista in piazza Santa Maria. Entrambe le iniziative si sono svolte in maniera ordinata, con buoni riscontri a livello di partecipazione.
DIFENDIAMO LE CITTÀ
In piazza Garibaldi il messaggio era scritto forte e chiaro su uno striscione: “Difendiamo le nostre città”, ovvero il titolo dell’iniziativa promossa da Francesco “Checco” Lattuada (figura di riferimento della destra radicale locale), contro le “baby gang” formate da giovani stranieri. «Avevamo in mente di organizzare un presidio già prima che succedesse la rivolta del 10 gennaio» ha puntualizzato Lattuada davanti ai militanti nazionalisti. C’erano, tra gli altri, esponenti di Do.Ra., Casa Pound, Rete dei Patrioti, Fortezza Europa da Verona. Arrivati in corteo sventolando il tricolore, i militanti hanno intonato cori da stadio: «Busto è nostra e ci appartiene», «Droga, stupri, prostituzione: questa è la vostra integrazione», «L’Italia agli italiani, l’Europa agli europei».
Fuori dal McDonald’s, pochi ragazzi hanno assistito al presidio tranquilli e in silenzio, in ogni caso schermati dagli agenti di polizia. Si è visto in piazza anche qualche militante leghista. «Busto è sempre stata una città votata all’integrazione - ha sottolineato Checco Lattuada -, ma bisogna venire qua a lavorare, non a delinquere. Le piazze sono state inventate dagli italiani, e non possiamo permettere che vengano occupate da altri».
Dopo circa mezz’ora di interventi, il presidio si è chiuso con una torciata tricolore e un coro di incoraggiamento per Raffaele Carlomagno, l’ultras della Pro Patria in gravi condizioni a Novara.
CONTRO-MANIFESTAZIONE
Tutt’altre idee in piazza Santa Maria, dove il Comitato Antifascista (oltre a molte associazioni e partiti della sinistra radicale) hanno dato vita a un contro-presidio. «L’abbiamo organizzato per esprimere il nostro dissenso contro l’iniziativa di piazza Garibaldi, rispetto alla quale le istituzioni non hanno mosso un dito» ha specificato un militante. Un esponente del gruppo Tanuki ha espresso concetti agli antipodi rispetto a quelli sentiti in piazza Garibaldi: «I miei pari sono i due ragazzi che si sono ribellati a un fermo di polizia, e che sono stati portati in quell’inferno in terra che è il Cpr di Gradisca d’Isonzo» ha rimarcato l’attivista, riferendosi ai due stranieri espulsi dopo i disordini del 10 gennaio. Un altro militante antifasciasta ha aggiunto: «Non prendiamo lezioni di legalità da persone che hanno preso il Daspo».
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