DISCONNESSI
Ritroviamo il lusso della privacy

Reale e digitale si fondono come non mai in tutti i settori da anni: a volte il digitale sembra sorpassare il reale ma le ultime tendenze ci dicono che in realtà sta succedendo il contrario.
Se da un lato social media e realtà aumentata sono un’esigenza data dal fatto che questa pandemia ci ha isolati e abbiamo dovuto reinventarci un nuovo modo per lavorare e per socializzare, dall’altra il bisogno di cose tangibili è fortissimo. Moda e design sono spesso anticipatori di nuovi stili di vita e conoscerli può essere utile per capire come sarà il nostro futuro.
Ecco che ha fatto discutere moltissimo, durante la settimana newyorkese della moda, la scomparsa di Bottega Veneta dai social. Ebbene sì, il marchio è improvvisamente scomparso da tutte le piattaforme social: il luxury brand del gruppo Kering ha detto addio ai propri account Instagram, Facebook e Twitter. Nessuna spiegazione da parte della label la cui direzione creativa è affidata dal 2018 all’inglese Daniel Lee.
Ma forse riflettendo il massimo lusso sta diventando proprio quello di disconnettersi, cancellare ogni traccia della propria impronta digitale e cercare di abitare uno spazio puramente tridimensionale. Lo stesso Lee tempo fa affermava su Vogue Uk: «È stato bello crescere nell’era pre-Instagram: ci divertivamo molto. Sarà interessante vedere cosa accadrà in futuro. Io credo che ci sarà un ritorno alla privacy. Lo spero davvero».
Niente internet, niente social, niente follower. Si inizia a intravedere una sorta di stanchezza e di insofferenza nei confronti dei dispositivi elettronici che ci tengono costantemente connessi per ritrovare il “lusso” della privacy, dello stare per conto proprio, creando una sorta di alone di mistero intrigante ma anche per aiutare il nostro corpo a disintossicarsi, perché essere sempre connessi può essere dannoso per la salute.
Il fenomeno è stato analizzato all’ultimo Global Wellness Summit (GWS), l’evento che riunisce i leader internazionali dell’economia del benessere e che quest’anno si è svolto per la prima volta in Italia, a Cesena.
Secondo l’ultimo rapporto Agi-Censis, la gran parte degli utenti internet è online anche prima di dormire (77,7 per cento) e subito dopo la sveglia (63,0 per cento). Il risultato? Le persone non ne possono più e riconoscono che forse il tempo trascorso davanti allo schermo è diventato eccessivo e non li rende più felici.
Secondo gli analisti del report del Global Wellness Summit: «La reazione contro Big-Tech è appena iniziata. Aumentano le ricerche che attestano i disastrosi effetti delle connessioni digital e social costanti sul nostro cervello e sulla felicità. Siamo al punto che la tech-addiction è pari alla dipendenza da fumo di una decina di anni fa, in cui si assisteva a una iniziale riluttanza dei cittadini a riconoscerne gli effetti negativi sulla salute, ma anche a una presa di coscienza che è aumentata di anno in anno.
Il mondo del wellness di lusso quindi si focalizza sempre di più su questo aspetto e offre soprattutto tempo “off” e cure per digital addicted». Inizia l’era dell’Offline forse? Chi può dirlo.
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