ROMA
Elena Sofia Ricci, io Giulia Spizzichino, la Farfalla Impazzita
(ANSA) - ROMA, 22 GEN - "'Tutti i carnefici sono carnefici,
tutte le vittime sono vittime, in ogni tempo e in ogni luogo. Le
bestie uccidono per paura, per fame; gli uomini no, uccidono per
potere, per denaro, e questo li rende colpevoli'. Mi sono presa
una licenza e ho voluto che venissero citate queste frasi di
Camilleri". Parola di Elena Sofia Ricci, protagonista del tv
movie La Farfalla Impazzita, dove presta volto e voce a Giulia
Spizzichino, in una co-produzione 11 marzo film Rai-fiction.
Per onorare il Giorno della Memoria, Rai1 ha deciso di
proporre un film-tv in prima visione, con protagonista una delle
interpreti più apprezzate dal pubblico: diretto da Kiko Rosati,
andrà in onda mercoledì 29 gennaio (anche su RaiPlay) con
l'attrice toscana, che Rosati ha già diretto nella seconda
stagione de Le indagini di Teresa Battaglia ("torneremo ha
annunciato con dei nuovi episodi" ha annunciato). A lei il
compito di interpretare Giulia Spizzichino.
La sua storia (raccontata nell'omonimo libro, edito dalla casa
editrice Giuntina), è anche testimonianza di coraggio e ricerca
di giustizia: Spizzichino era un'ebrea romana segnata dallo
sterminio nazista della sua famiglia. Mezzo secolo più tardi,
quando Erich Priebke, esecutore materiale della strage delle
Fosse Ardeatine, fu rintracciato in Argentina, si è battuta per
la sua estradizione e condanna, riaprendo le tante ferite del
suo passato. In Argentina Giulia trova inaspettatamente una
sorellanza che le dà una forza che non pensava di avere: è
quella delle Madri di Plaza de Mayo, l'associazione che riunisce
le madri dei desaparesidos.
Oltre ad Elena Sofia Ricci, alla conferenza stampa (al Circolo
Sportivo Rai a Roma) lo stesso regista, Massimo Wertmuller (che
interpreta il marito di Giulia), il produttore Matteo Levi e
Antonella Di Castro, vice presidente e assessore alla Cultura
Comunità Ebraica di Roma.
Ricci sul suo ruolo ha aggiunto: "Ho letto il libro. Ho visto
tantissime interviste di Giulia Spizzichino. Nelle interviste,
oltre a cogliere le sue parole, ho colto il suo sguardo, fisso
non nel vuoto, ma nel suo passato. Lei i morti di cui parlava,
li vedeva". "Fare qualcosa perché Priebke fosse estradato l'ha
in qualche modo liberata. La cosa che fa rabbia, oggi, è che
sembra quasi che noi dimentichiamo o non vogliamo ricordare e ce
ne freghiamo. Continuiamo a perpetrare sul più debole il potere.
Che oggi ognuno interroghi la propria coscienza" (ANSA).
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