CAGLIARI
Foreste a rischio per siccità e fungo, Sardegna corre ai ripari
(ANSA) - CAGLIARI, 27 AGO - È la micidiale combinazione di un
agente patogeno e del cambiamento climatico, con la siccità
sempre più pressante, a uccidere le querce da sughero e le
leccete in alcune aree della Sardegna. E sono due fenomeni
diversi quelli che stanno causando la perdita di parte delle
foreste della Sardegna: il disseccamento e il deperimento. I
monitoraggi e l'analisi delle aree colpite che la Regione sta
mettendo in campo serviranno a distinguerli e analizzarli e
avverranno attraverso strumenti tecnologicamente avanzati come
droni con sensori per immagini multispettrali in grado di
definire esattamente la variazione della quantità di clorofilla
presente negli alberi.
Un tavolo tecnico con l'assessora regionale dell'Ambiente
della Giunta Todde, Rosanna Laconi, e gli esperti e ricercatori
di Agris, Università degli studi di Sassari, corpo forestale e
Forestas ha esaminato la situazione per mettere in campo le
contromisure. Già pronti 1 milione e 150mila euro, che saranno
stanziati in una delibera che contiene il dettaglio delle prime
azioni da intraprendere.
Oltre alla siccità, l'altra causa è un fungo che attacca le
radici di queste piante in particolare, la Phytophthora o
fitoftora, e nelle aree colpite. Ma è anche l'Ogliastra a
perdere intere aree di foreste per il disseccamento che
interessa la costa orientale a partire dal Sarrabus per poi
arrivare fino alla Baronia e Gallura.
"Nel disseccamento sono interessate più specie, non solo
sugherete e olivastri, i lecci, i ginepri, addirittura anche
l'oleandro e la macchia mediterranea", aggiunge l'esponente
della giunta Todde. Ma non tutto è perduto, perché in base allo
stadio del deperimento e "alla giusta diagnosi si potranno
definire le giuste strategie di intervento: a seconda dello
stato di avanzamento della malattia può essere una condizione
reversibile e di conseguenza bisogna intervenire o sull'ambiente
o sull'ospite a cercare di alleggerire i sintomi della malattia,
aumentando la resistenza della pianta", ha chiarito Salvatore
Seddaiu, ricercatore dell'Agris Sardegna nel servizio
sughericoltura e silvicoltura. (ANSA).
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