PASSIONE SENZA ETÀ
Nuvolette o genere letterario?

Un fondo interamente dedicato al linguaggio della “bande dessinée” (la striscia disegnata) che riunirà quasi duecento autori e autrici internazionale: dopo che il ministero della cultura francese ha lanciato nel 2020 “l’anno del fumetto”, a sottolineare come in Francia questo sia riconosciuto come un vero e proprio genere letterario, con oltre il 15 per cento della popolazione che ne acquista regolarmente, nei giorni scorsi è stata l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici ad annunciare la creazione del fondo, con l’acquisizione di 275 fumetti in lingua francese. Iniziativa che nasce con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra fumetto, letteratura e arti visive e che darà spazio sia a grandi nomi del settore, sia ad artisti più di nicchia, e andrà a integrare le collezioni della biblioteca dell’Accademia, che già conta alcuni fumetti. E anche se non arriva a toccare i numeri di affezionati lettori della vicina Francia, o degli Stati Uniti, anche l’Italia presta una grande attenzione al genere e conta editori di fama internazionale. Non solo. Il fumetto italiano ha avuto un ruolo significativo nella nascita della casa editrice Avant-Verlag di Berlino, che conta oggi nel suo catalogo anche i nomi di Zerocalcare, Gipi, Manuele Fior, e che proprio nel 2021 celebra i suoi vent’anni con una mostra.
Nel nostro Paese si parla di quasi trecento fumetterie, accanto poi alle migliaia di librerie che vendono anche fumetti e alle edicole. Del fumetto molti sono i collezionisti e importanti le aste di prestigio.
Formati da immagini e testo, devono il loro nome in italiano alla “nuvoletta” simile a uno sbuffo di fumo dove sono riportati i dialoghi dei personaggi. Una letteratura disegnata, che non è solo rivolta ai ragazzi, ma che spazia per generi ed età. La nascita ufficiale del fumetto viene considerata con la pubblicazione, nel 1895 sul supplemento domenicale del New York American, di Yellow Kid, disegnato da Richard Felton Outcault, anche se narrazioni per immagini simili al fumetto sono già state realizzate alla fine degli anni Venti. Il ginevrino Rodolphe Topffer è riconosciuto come pioniere della bande dessinée francese, l’Inghilterra ha una tradizione di stampe caricaturali con dialoghi nelle nuvolette, sul settimanale tedesco Fliegende Blätter a metà degli anni Sessanta dell’Ottocento Wilhelm Busch disegna famose storie, tra cui quella dei pestiferi ragazzini Max e Moritz. In Italia il primo fumetto apparve nel 1908 sul Corriere dei Piccoli, ma cresce e si diffonde velocemente, sia con traduzioni dall’estero, sia con creazioni proprie, spostandosi anche su racconti non solo per i bambini, come quelli ben sviluppati partendo dal Topolino e dalla folta schiera di personaggi Disney. Ne sono esempio le pubblicazioni per Bonelli, le avventure di Diabolik o del Corto Maltese di Hugo Pratt. Dagli anni Ottanta appaiono anche le graphic novel, veri e propri romanzi a fumetti non per forza legati a una serialità, ma piuttosto conclusi in sé e non concepiti per episodi o per ripetizione degli stessi personaggi nelle storie.
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