L’ITINERARIO
Il Vittoriale, un luogo tra storia e mito

Soltanto Gabriele D’Annunzio avrebbe potuto pensare di installare una nave nel parco della dimora scelta per i suoi ultimi anni di vita. Sì, una nave, con la prua simbolicamente rivolta verso l’Adriatico e la Dalmazia, i luoghi che lo hanno reso ancor più leggendario. Si tratta della Nave Puglia, una delle protagoniste della Prima Guerra Mondiale, che venne rimontata al Vittoriale degli italiani tra il 1925 e il 1938. È sicuramente questo il luogo più iconico del complesso di edifici, vie, piazze, giardini, corsi d’acqua, oltre a un teatro all’aperto di uno dei musei più visitati d’Italia.
UNA CITTADELLA MONUMENTALE
Costruito a Gardone Riviera, sulla sponda lombarda del Lago di Garda, custodisce la memoria della “vita inimitabile” del poeta-soldato e delle imprese degli italiani durante la Prima guerra mondiale. Ma questa cittadella monumentale si conferma anche come un luogo più che mai vitale, visitato ogni anno non solo da studenti e turisti, ma anche da studiosi e intellettuali che ne frequentano gli archivi, e da artisti di caratura internazionale che hanno calcato il palcoscenico all’aperto del suo anfiteatro, o che hanno voluto celebrare il poeta abruzzese, donando opere d’arte che oggi adornano i viali, le piazze e gli affacci sul lago. Tornando a bordo sulla nave “da giardino”, sospesi tra storia e mito, ci si può immaginare pronti a salpare verso l’orizzonte segnato dalle colline del Garda, tra i cipressi del parco e i cannoni di guerra. Dalla Nave Puglia, poi, si può percorrere, attraverso un sentiero, la Valletta dell’Acqua pazza, uno spazio ricco di vegetazione, cascate, anfratti e tuffi naturali che, proprio sotto la prua, incontra il rivo gemello che ha uno scorrere più lento, quello dell’Acqua savia: insieme convogliano nel Laghetto delle Danze, realizzato a forma di violino, in ricordo di Gasparo da Salò inventore dello strumento. D’Annunzio, amante della musica, aveva voluto creare un luogo dove l’armonia che ne scaturisce e il rincorrersi delle acque dovevano suggerire i movimenti liberi per spettacoli di danzatrici, dando vita a un luogo in cui la naturalità selvaggia e sensuale si esprime con apparente spontaneità. Rimanendo all’aperto ci si può letteralmente perdere nel parco, tra angoli nascosti che, improvvisamente, si aprono in qualcosa di maestoso, come il teatro all’aperto, da dove si possono ammirare la Rocca di Manerba, il Monte Baldo e il promontorio catulliano di Sirmione.
GLI INTERNI
Spostandosi negli interni, il luogo da non perdere assolutamente è La Prioria, vale a dire l’ultima dimora di Gabriele d’Annunzio, arredata e decorata seguendo il suo gusto di “tappezziere incomparabile”. «Tutto qui mostra le impronte del mio stile nel senso che io voglio dare al mio stile», diceva il Vate. Come dargli torto: da una semplice villa colonica, già appartenuta al critico d’arte tedesco Henry Thode, d’Annunzio creò una casa museo simbolo del suo “vivere inimitabile”. Nelle stanze della Prioria sono conservati circa 10.000 oggetti e 33.000 libri, che si abbinano a frasi enigmatiche e motti, leggibili su architravi e camini, in un gioco continuo di rimandi simbolici. L’atmosfera di sacralità che si respira all’interno è ampliata dalla scarsa illuminazione, che assieme a vetrate dipinte, finestre con pesanti tendaggi e luci soffuse nelle stanze, fanno della Prioria un luogo misterioso e suggestivo in cui il Poeta fotofobico poteva ben vivere. D’Annunzio pensò e realizzò la villa con grande minuzia di particolari, creando stanze atte a vari momenti di vita: dalla stanza della Musica in cui amava ascoltare dietro pesanti tendaggi Luisa Bàccara, sua ultima amante, alla stanza del Lebbroso realizzata come sua ultima dimora, con il letto simbolico delle due età, alla sua Officina, lo studio dell’operaio della parola, come era solito definirsi.
Per altri dettagli e informazioni sulle visite guidate, gli orari e i costi di ingresso il sito internet di riferimento è vittoriale.it.
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