LE INDAGINI
Il fuoco degli scout causa l’incendio, due denunciati
A inizio aprile due roghi nei boschi del Varesotto. I carabinieri forestali hanno indagato per risalire alle cause

Sono stati individuati dai militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Arcisate i presunti responsabili dell’incendio divampato lo scorso 6 aprile nei boschi di Frascarolo Monte Monarco, nel Comune di Induno Olona, e di un altro rogo a Ispra del 1° aprile.
BOSCO IN FIAMME A INDUNO OLONA
Il rogo, scoppiato in mattinata all’interno di un bosco ceduo di castagno sopra a Induno Olona e alimentato dal forte vento, ha interessato una superficie di circa 6.596 metri quadrati e ha impegnato notevolmente vigili del fuoco, volontari Antincendi boschivi (Aib) e un elicottero bombardiere d’acqua di Regione Lombardia. Le indagini svolte dai carabinieri forestali attraverso l’attività di repertazione tecnica sui soprassuoli boschivi percorsi dal fuoco, hanno permesso di risalire alle cause del rogo, originato da un fuoco acceso da un gruppo Scout, accampatosi nelle vicinanze la sera prima. Due persone sono state denunciate.
L’INCENDIO A ISPRA
A Ispra, cinque giorni prima, un incendio boschivo, causato da un rogo di sterpaglie, ha danneggiato una superficie boschiva di circa 1.300 mq. Anche in tal caso i carabinieri forestali del Nucleo di Cunardo, percorrendo a ritroso lo sviluppo delle fiamme, hanno individuato il presunto responsabile.
NUMERI IN CRESCITA
«Gli incendi boschivi – ricordano i carabinieri forestali – oltre a essere reati perseguiti penalmente, possono prevedere ulteriori sanzioni. In Regione Lombardia, per chi distrugge o danneggia a mezzo fuoco, la rinnovazione forestale è prevista una sanzione amministrativa, che viene calcolata in base ai metri quadri percorsi dal fuoco. La normativa vigente prevede poi che non si possano accendere fuochi nel bosco, se non a una distanza di 100 metri da questo, come invece avvenuto a Sesto Calende, sempre nel mese di aprile, dove in seguito al un piccolo rogo di scarti vegetali, i carabinieri forestali impiegati in servizio di prevenzione emergenza ambientale hanno individuato il trasgressore». «Nel 2025, in provincia di Varese – prosegue la nota –, rispetto allo scorso anno, si sta registrando un incremento di casi, dovuto oltre a condizioni climatiche più favorevoli agli inneschi, anche a maldestre e disattente condotte umane».
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