ATENEO
Insubria alle urne, il giorno della verità
Seggi chiusi: oggi lo spoglio e il verdetto
L’Università dell’Insubria al voto per il suo futuro. Su un totale di 904 aventi diritto, ieri, martedì 2 luglio, si sono espressi in 782, dei quali: 399 professori e ricercatori, ovvero l’88,66 per cento; 57 studenti, il 72,15 per cento; 326 amministrativi e tecnici, l’86,93 per cento.
La consultazione di ieri è dunque valida, avendo ampiamente superato il quorum partecipativo, che era fissato a 321 voti, cifra che tiene però conto della ponderazione del voto del personale tecnico e amministrativo, che quest’anno, sulla base della formula prevista dal regolamento generale di ateneo, conta 0,3.
L’altro, fondamentale, quorum da raggiungere è quello delle preferenze che usciranno dalle urne: tra i candidati alla carica di rettore Mauro Ferrari o Maria Pierro vincerà quello che raggiunge 278 preferenze, ovvero la maggioranza assoluta (la metà più uno dei voti) valutata sulla media ponderata.
Lo spoglio pubblico delle schede avverrà oggi dalle 10 nell’aula magna Granero Porati in via Dunant a Varese: verranno scrutinate prima le due urne del personale tecnico e amministrativo, unendo i voti di Varese e di Como e quelli pervenuti a distanza, poi, con la stessa modalità, le due urne con i voti dei docenti e degli studenti insieme. A presiedere le operazioni di spoglio i professori Giorgio Grasso e Giulio Facchetti e la funzionaria Francesca Colombo, responsabile del procedimento.
Se oggi nessuno dei due candidati otterrà la maggioranza assoluta delle preferenze, si tornerà alle urne giovedì 4 luglio, con lo stesso meccanismo, e poi ancora l’8 luglio; ultima chanche, senza nessun quorum, il ballottaggio l’11 luglio.
INSUBRIA AL VOTO
Per l’Università dell’Insubria quella di ieri è stata la settima votazione, che ha portato all’elezione di tre rettori: Renzo Dionigi è stato scelto quattro volte, nel 1998, nel 2001, nel 2004 e nel 2008, ed è rimasto al vertice dell’ateneo fino al 2012; Alberto Coen Porisini è stato in carica dal 2012 al 2018; Angelo Tagliabue dal 2018 al 31 ottobre 2024. La differenza della durata dei mandati dipende dallo Statuto di ateneo che, in vigore dal 2012, ha accolto la legge Gelmini che prevede che il rettore sia in carica sei e non quattro anni e che non possa ricandidarsi per il sessennio successivo.
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