GIORGIO VANNI
La musica per i cartoni? Come il sugo per la pasta

Quei momenti di svago dopo i compiti, davanti a una televisione che trasmetteva storie animate di mondi lontani e personaggi fantastici, erano annunciati da sigle che sono entrate nel patrimonio dell’età adolescente.
E a cantarle c’era un’interprete che tanto quanto loro può essere definito il simbolo di una generazione. Oggi, sabato 17 alle 17, il capitano Giorgio Vanni, epica voce maschile dei cartoon fin dagli anni Novanta, chiama a raccolta la sua ciurma per una speciale esibizione al Malpensa Fiere di Busto Arsizio. Un evento che promette di essere il clou del Milano Comics&Games, rassegna per fanatici dell’universo nerd, fantasy e sci-fi.
Pregiato esponente della nostra pop culture, Vanni darà vita a un one hour live in cui divertimento, balli e cori non saranno solo ben accetti, ma soprattutto assicurati. «Sicuramente ci saranno i cavalli di battaglia – conferma l’artista –. Ma più che i cavalli, direi i draghi di battaglia. E poi canterò anche alcune cose nuove. Non le posso anticipare, ma ci saranno due o tre sorprese. Mi fa piacere cantare vicinissimo a Milano, a due passi dalla mia città, essendo sempre in giro in tutte le regioni d’Italia. Mi fa piacere anche continuare la collaborazione con gli organizzatori, i BHC, gruppo cosplayer di miei amici». Nel post-show, dalle 20 alle 21, firmacopie dell’ultimo album The Gold Session, pubblicato insieme all’arrangiatore e compagno di avventure Max Longhi e contenente rifacimenti acustici di alcuni brani per cartoni di culto.
Nessuno più di Vanni conosce il ruolo tutt’altro che secondario che possono assumere le sigle di animazione: «È il valore aggiunto – spiega –. La musica per i cartoni è come il condimento per la pasta. La pasta è la sostanza, ma poi ci vuole il sugo, il sapore. Penso che la musica caratterizzi e identifichi tantissimo il cartone. È un vestito, una prefazione, l’introduzione che ci vorrebbe sempre. Come diceva la paroliera Alessandra Valeri Manera, che ha creduto in me e nell’ammiraglio Max e con la quale abbiamo fatto tutte le sigle dei cartoni, significa identificazione. A volte anche più dell’identificazione, come è successo per Dragon Ball GT. Tra le serie è quella meno amata, a quanto mi viene riportato dai miei stessi fan, però la sigla è amatissima».
Ma la musica per cartoon ha un obiettivo addirittura sociale: «Dev’essere un elemento di unione. La disunione fa gioco a chi vuole utilizzare il suo potere per il potere e non per il bene nostro. Vedo molta unione tra i ragazzi ai miei concerti, però dobbiamo convincerci di questa cosa ancora di più. E la musica sicuramente è un collante fantastico. Dobbiamo essere tolleranti e non erigere muri tra noi e le persone che sono diverse da noi. E meno male, siamo tutti diversi! La persona non viene definita dai gusti, ma prima di tutto dalla gentilezza, dalla disponibilità, dalla tolleranza, dalla comprensione nei miei confronti e nei confronti delle mie differenze. La musica abbatte il concetto di differenza e di diversità come ostacolo. La mia missione è abbattere questo tipo di atteggiamento e di propensione nei confronti degli altri».
Il legame di Vanni con tutto ciò che riguarda la cultura nerd è fondato su un’affinità di passioni oltre che di vedute. «Il termine “nerd” oggi ha un senso solo positivo, perché essere nerd adesso è essere figo. Per esempio, io sono nerd con la fantascienza, ancora di più dei cartoni animati. Perché la adoro? Perché mi guardo un film e non penso alle notizie del telegiornale che ho visto prima, che devo vedere perché mi voglio informare ma non sempre sono gradevoli. Ecco, la fantascienza mi fa evadere. E comunque io lo dico sempre: i sogni e la fantasia sono assolutamente cose reali».
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