TEATRO PARENTI
Le paurose verità di Cassandra

Uno dei testi più forti e potenti della scrittrice tedesca Christa Wolf, “Cassandra”, in scena al Teatro Parenti di Milano dal 30 marzo al 6 aprile, con Cecilia Lupoli diretta da Carlo Cerciello su scene di Andrea Iacopino, costumi di Anna Verde, musiche di Paolo Coletta.
LA STORIA
Prigioniera di Agamennone, di Clitemnestra, del passato, della paura, della veggenza, dei ricordi, della verità, del suo ruolo di testimone, Cassandra è legata indissolubilmente al suo destino di morte e si dirige in quell’unica direzione, l’unica che le è concessa. Gli spettatori la spiano, come la gente di Micene, ignari del fatto che il loro destino è segnato allo stesso modo. Le verità di Cassandra preoccupano il potere. Le mura di Micene sono come il muro di Berlino est. La storia che scorre contemporanea, implacabile, scandisce il conto alla rovescia verso la fine.
TRA COSTRIZIONE ED ENERGIA
In un conflitto fra costrizione e pura energia espansiva, Cassandra, la veggente intrappolata tra passato e futuro, è legata a lunghe funi elastiche, che hanno anche un significato metaforico, e imprigionata all’interno di un vetro rettangolare. Lì, come in un peep-show, la principessa troiana si rivela al pubblico. Testimonia il passato perché in futuro non vengano ripetuti gli stessi errori, ma forse il futuro è già presente e gli errori si stanno già ripetendo. In uno spettacolo che scuote dalla passività.
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