IL CONCERTO
L’ultima “Notte rosa” di Umberto Tozzi a Legnano
Al teatro Galleria tappa dell’ultimo tour della carriera del cantautore e chitarrista

«Questo concerto ce l’eravamo promesso trentaquattro anni fa, eravamo al liceo. Ma in quei giorni una di noi due è affogata in un mare di lacrime per un fidanzato che l’ha mollata di colpo per un’altra. Una piangeva, l’altra la consolava, e i biglietti sono andati esauriti prima che riuscissimo a comprarli. Stasera ci siamo ritrovate dopo anni in cui abbiamo vissuto lontane geograficamente. E la promessa che ci siamo fatte allora l’abbiamo esaudita in questa notte rosa».
Roberta e Sara sono amiche dai tempi del liceo, prima sempre insieme, poi separate dal punto di vista geografico, ma non emotivo, dalla vita che le ha portate in due città diverse. Ma lunedì 7 aprile, chi era quella che piangeva e quella che consolava non lo dicono, ma hanno mantenuto la promessa che si erano fatte trentaquattro anni fa e si sono date appuntamento al teatro Galleria di Legnano per questa “Ultima Notte Rosa” con cui Umberto Tozzi ha annunciato l’addio al live dopo cinquant’anni di carriera.
SOLD OUT ED ENTUSIASMO
E nel teatro sold out esplode non solo la notte rosa, ma l’entusiasmo del pubblico che tiene il ritmo fin dalle prime note ma non canta finché sul palco non esce lui, giacca nera con le paillettes che brillano e chitarra al collo, con alle spalle due coriste e un corista in bianco e una band che a tastiere, batteria, chitarre elettriche, basso e trombe unisce anche una viola e due violini. Per la maggior parte del pubblico del Galleria è un ritorno all’adolescenza. Rivissuta nell’era dei telefonini che Tozzi invita ad accendere come tante piccole luci prima di intonare “Ti amo”, seconda canzone in scaletta. «Ciao, grazie di essere venuti a trovarci – il suo saluto immediato al pubblico -: il prossimo brano è una canzone che penso canteremo insieme e mi piace creare questa piccola magia con le luci dei vostri telefonini. Accendeteli tutti».
TUTTI A GALLEGGIARE UN METRO PIU’ SU
Le luci che si alzano in sala brillano sul cambio di colori di quelle che avvolgono il palcoscenico, e non c’è il pensiero che questa è una tappa dell’ultimo tour mondiale del cantautore, perché è subito grande festa. E va bene sia che “gli altri siamo noi” sia che ci si trovi tra “gli innamorati” convinti di non morire più. Basta ascoltarlo e si galleggia tutti anche più di un “metro più su”. Con piccoli e grandi voli. Cantando le sue canzoni in un’unica grande voce. In un grande, unico abbraccio. Per un concerto che qualcuna si sarà anche promessa trentaquattro anni fa, ma che fa sentire come se quei trentaquattro anni non fossero mai passati. Mentre Umberto Tozzi dal palco racconta e ricorda, come quella «settimana fantastica passata in Liguria con due amici con cui ho avito la fortuna di scrivere questa canzone, Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri e con la quale abbiamo partecipato a un festival che abbiamo anche inaspettatamente vinto».
IL PENSIERO
E prima di intonare quel “Si può dare di più”, in un concerto in cui Tozzi al suo pubblico dà davvero “immensamente” molto di più, si lascia andare a un pensiero pieno di affetto: «Noi che scriviamo canzoni abbiamo un sacco di aneddoti di quei momenti e di quei periodi, con anche tante cose molto belle». Tra cui annovera questp “Si può dare di più” e l’amicizia che lo lega a due altri grandi della musica italiana.
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