L’ADDIO
Morto David Lynch, regista di Twin Peaks
Si è spento a 78 anni a causa di un enfisema. Era stato costretto a fuggire di casa in seguito agli incendi di Los Angeles

È morto a 78 anni David Lynch, il regista di Twin Peaks e di Mulholland Drive. La notizia è stata divulgata nella serata di giovedì 16 gennaio verso le 19.30 italiane dai media americani. Lynch, fumatore incallito, aveva annunciato l’anno scorso di soffrire di una grave forma di enfisema e che non avrebbe più potuto lasciare casa per dirigere nuovi film.
IL SALUTO DELLA FAMIGLIA
La conferma è poi arrivata dalla famiglia del regista. «È con enorme dolore che noi, i suoi familiari, dobbiamo annunciare la dipartita dell’uomo e dell’artista David Lynch. Al momento vi chiediamo di rispettare la nostra privacy. Ora che lui non c’è più, nel mondo si è creato un vuoto enorme. Ma, come direbbe lui: “Tenete lo sguardo fisso sulla ciambella, non sul buco”. È una bellissima giornata, il sole splende e il cielo è completamente azzurro», si legge nel comunicato rilasciato tramite social dalla famiglia del regista. Le condizioni di salute del regista sarebbero peggiorate dopo che era stato costretto a fuggire dalla propria abitazione di Senalda Road, in seguito agli incendi che in questi giorni hanno devastato Los Angeles.
LA CARRIERA
Nato il 20 gennaio 1946, a Missoula, negli Stati Uniti, Lynch è diventato uno dei registi più importanti della nostra epoca. Vincitore di una Palma d’Oro a Cannes, Leone d’oro alla carriera nel 2006 e Oscar alla carriera nel 2020, è uno degli autori più originali degli ultimi decenni. Ha radicalizzato il cinema americano con una visione artistica oscura e surreale in film come Blue Velvet e Mulholland Drive e in televisione con Twin Peaks. I suoi lavori fondevano elementi di horror, film noir, giallo e surrealismo classico europeo. Dall’esordio Eraserhead del 1977 fino all’ultimo e cervellotico Inland Empire i suoi film erano stati un genere a sé, sempre surrealisti, talvolta di atmosfera più noir e altre più di commedia. Con Twin Peaks, andata in onda tra il 1990 e il 1991, aveva mostrato le potenzialità della serialità televisiva come nessun altro prima, incollando ai televisori milioni di persone impazienti di sapere chi avesse ucciso Laura Palmer. Lynch aveva poi ripreso la serie nel 2017 per una terza stagione a sua volta molto apprezzata, seppur di successo assai inferiore. In un’intervista a Peopledello scorso novembre aveva parlato della sua lunga dipendenza dal fumo e della malattia, che aveva limitato anche la sua attività da regista, obbligandolo a trascorrere la maggior parte del tempo lontano dai set, che comunque aveva frequentato raramente negli ultimi vent’anni, in cui la sua produzione cinematografica e televisiva è stata molto limitata. Anche se ormai trascorreva quasi tutto il suo tempo in casa, fare a meno della socialità non gli pesava troppo: «Non mi piaceva uscire neppure prima, quindi questa è un’ottima scusa per non farlo», aveva detto. Il suo disagio più grande era un altro: l’impossibilità di andare sul set. «Adoro stare sul posto e poter parlare con le persone», aveva detto Lynch, e aveva aggiunto che nel futuro gli sarebbe piaciuto provare a dirigere da remoto.
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