DA ASCOLTARE
L’armonia delle note classiche

Rilassarsi, favorire la concentrazione, accompagnare al meglio le nostre attività quotidiane: sono solo alcune delle pratiche favorite dalla musica classica. Il suo genere principale è quella da camera e in questi mesi particolari ha fatto il boom. Molti hanno scelto un sottofondo di raffinate note classiche per accompagnare le lunghe giornate a casa ma, a parte il momento storico, è risaputo che la musica classica aiuti a stare meglio e a vincere l’ansia.
Mozart, Bach, Strauss e affini sono perfetti per la musicoterapia: riduce ogni forma di agitazione e fa benissimo al cuore. Il suo ritmo lento e il suo potere rilassante ridurrebbero infatti la pressione sanguigna e la frequenza dei battiti cardiaci. Lo dimostra uno studio della rivista Deutsches Ärzteblatt International realizzato dai ricercatori tedeschi della Ruhr Universität di Bochum. L’esperimento ha coinvolto 120 persone: 60 di loro hanno ascoltato 25 minuti di musica, mentre gli altri 60 sono stati in silenzio. Chi aveva ascoltato la musica (tra le selezioni c’erano anche Mozart e Strauss) ha ottenuto un abbassamento del livello di cortisolo, conosciuto anche come l’«ormone dello stress». Le note classiche sono dunque preziose in tanti momenti della nostra vita che diventano fonti di agitazione: che sia prima di un esame, di un colloquio di lavoro, di una visita medica, di un primo appuntamento.
Secondo uno studio condotto dal Mindlab International, una delle musiche più rilassanti in assoluto è la Canzonetta sull’aria di Mozart: grazie alle sue note e al suo ritmo pacato, ridurrebbe il livello dell’ansia addirittura del 65 per cento. Tornando al momento presente, visto che spesso ci ritroviamo tra le mura domestiche, la musica più adatta ai nostri ascolti casalinghi sembrerebbe proprio la musica da camera, che non a caso si chiama così; nacque grazie alla Regina Margherita di Savoia, moglie di Re Umberto I; ha questo nome perché si diffuse nei salotti dell’alta aristocrazia e prevedeva un ridotto numero di strumentisti, oltre che di ascoltatori.
A proposito di supporti scientifici ai numerosi effetti benefici della musica classica, uno degli studi più famosi al mondo è certamente quello denominato Effetto Mozart: si tratta di una teoria scientifica del 1993 ideata dai fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher: secondo loro ascoltare la Sonata in Re maggiore per due pianoforti (KV 448) di Wolfgang Amadeus Mozart avrebbe generato un aumento temporaneo delle capacità cognitive di un gruppo di volontari.
Parlando di altri effetti positivi nella vita di tutti i giorni, ascoltare musica classica aumenta l’armonia interiore e dell’ambiente circostante, distende i nervi, migliora la memoria e favorisce l’apprendimento e le altre attività cognitive. Non solo: è stato dimostrato che allevia anche il dolore, come stabilito da diverse sperimentazioni sviluppate in ambiti post-operatori e con pazienti oncologici. Anche chi soffre di insonnia trae grande beneficio dall’ascolto di note classiche prima di coricarsi; inoltre chi la utilizza in ambienti di lavoro avrebbe riscontrato un aumento di produttività.
Parlando invece di shopping, ultimamente in molti negozi e supermercati si sente musica classica diffusa dagli altoparlanti nelle varie corsie. Solo un caso? Niente affatto: fare acquisti con un sottofondo cameristico, ma anche sinfonico, predisporrebbe appunto al comprare in quanto, essendo più rilassati, abbiamo anche più voglia di spendere. D’altra parte la musica agisce profondamente sulla nostra parte inconscia.
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