MUSICA
Noah lavora a un altro disco

Uno dei colpi più difficili e spettacolari del tennis è il “tweener”: un pallonetto scavalca il giocatore a rete, che insegue la palla e spalle all’avversario la colpisce da in mezzo alle gambe, rimandandola dall’altra parte. Il tweener è un marchio di fabbrica di quello che per molti è il più forte tennista di tutti i tempi, lo svizzero Roger Federer, ma non è stato Federer a giocarlo per primo.
Il tweener è stato messo a segno per la prima volta negli anni Ottanta da un giocatore che forse non è annoverato tra i più forti di tutti i tempi, ma è sicuramente ricordato come uno fra i più spettacolari: il franco-camerunense Yannick Noah.
Correva l’anno 1983 e un tennista francese non vinceva il torneo di casa dal 1946: gli appassionati transalpini riponevano tutte le loro speranze in questo atleta di grandissima prestanza fisica, dal gioco tutto d’attacco, dai colpi di volo spettacolari e vincenti. E Noah non deluse: secondo uomo di colore a riuscire a vincere un torneo dello Slam dopo lo statunitense Arthur Ashe, trionfò sconfiggendo in finale lo svedese Mats Wilander. Forte di quella vittoria, si issò fino al numero 3 delle classifiche mondiali di singolare e, bissatala l’anno dopo in coppia con Henry Leconte, al primo posto di quelle di doppio.
Suo unico cruccio da atleta, non riuscì a sollevare la Coppa Davis, una delle più prestigiose competizioni per nazioni dello sport mondiale. Noah era show puro, voglia di divertirsi e di divertire: così inizio una carriera parallela di cantante che andò talmente bene che nel 1991, quando ai quattro angoli del mondo risuonavano le note di “Loosing my religion” dei Rem, in Francia tutti canticchiavano “Saga Africa”, la canzone più famosa di Noah, che fu prima e rimase nella top ten per 15 settimane nella hit parade francese, vendendo 318mila copie.
In quell’anno Noah, commissario tecnico della Nazionale francese di tennis, coronò anche per la prima volta (ne seguirono altre due) il suo sogno, quello di vincere la Coppa Davis, e nel palazzetto intonò proprio quella canzone, subito cantata a squarciagola da tutti gli spettatori.
Ma oggi che fine ha fatto Yannick Noah? Compiuti 61 anni settimana scorsa, sta lavorando a un nuovo disco e con il Covid è tornato a vivere nel natìo Camerun, dove guida delle organizzazioni umanitarie che si occupano dei bambini di quel Paese. Ma proprio in queste ore è arrivato a Parigi: nessun francese dopo di lui ha più vinto il Roland Garros, e per i parigini non è pensabile che al torneo manchi il loro ultimo Napoleone.
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