MUSICA
Alex, da «Amici» a «Non siamo soli»

«Ho sempre avuto quella necessità di rimanere da solo nei miei pensieri. Con il tempo ho coltivato questa passione, scrivendo e cantando per sfogarmi e capirmi». Da questo percorso è scaturito il primo EP di Alex, Non siamo soli. Il 22enne finalista di Amici, cresciuto tra la provincia di Como e l’Inghilterra, dà alle stampe un lavoro di debutto fatto di inediti, in cui c’è moltissimo della sua esperienza precedente al talent. «Il 90% delle canzoni è nato prima - confessa -. La trasmissione mi ha permesso di essere ascoltato e soprattutto di poter parlare con produttori di un certo calibro, che non è cosa da niente. Il concetto di album ce l’ho sempre avuto in testa. Ma non per farlo ascoltare agli altri, ma perché me l’ascoltavo e cantavo io».
Ed è infatti Alex, con le sue impressioni e sensazioni, il centro di significato del disco: «Il filo conduttore sono sempre io. Questo album parla di emozioni che si collegano alla nostra vitalità umana. Per esempio, il messaggio di Sogni al cielo è “Non arrenderti”. Cioè l’accettare e non accettare, il non aver paura di nascondersi e il trovare la forza, appunto, di non arrendersi ai sogni che hai. Ammirare tutto parla di qualcosa che vorrei ma non per averlo, ma proprio per ammirarlo, come è la vita: le cose che ci stanno attorno non sono mai nostre del tutto».
Nella tracklist c’è anche Senza chiedere permesso, composta per lui da Michele Bravi: «È un regalo stupendo, perché l’ho sempre ammirato come artista. Vedere una canzone scritta per me, con quelle melodie molto emotive, è stato bellissimo. Di solito non tendo a cercare persone con cui collaborare. Per come è nata la mia musica, è una parte di me che devo fare da me. Non mi interessa tanto lavorare con artisti grandissimi: ci sono tanti autori non noti che possono davvero far svoltare una canzone».
In attesa del tour che dovrebbe partire a luglio, Alex sta ottenendo piccole grandi soddisfazioni dagli incontri instore con i fan. Soprattutto umane: «Mi sento più a mio agio solo a cantare, però così puoi davvero toccare con mano che ci sono persone che ti ascoltano. Con i social è come se tu lo sai ma nello stesso momento no, mentre quando vedi tante persone che sono arrivate lì, si sono fatte la fila, hanno comprato il tuo cd, hanno fatto l’autografo, capisci quanto ci tengano. E io devo per forza parlarci, capire emotivamente qual è il nostro legame. La bellezza di Amici è che un po’ ti conoscono già: è come se fossero miei amici e non io ‘sopra’ e loro fan».
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