DA VEDERE
Boarezzo, il borgo dipinto

Aria buona e paesaggi fiabeschi al borgo di Boarezzo in Valganna. Dal passato prezioso fra la fine dell’Ottocento e in piena Belle Epoque, fino a diventare località famosa per la sua colonia del Touring Club per gli orfani della Grande guerra.
Si trova sul fianco del monte Piambello, un borgo da presepe perenne con case in sasso e viottoli acciottolati ed è immerso in boschi di faggi e castagni.
Siamo nel cuore di una cartolina della montagna dove ogni stagione regala un arcobaleno di colori accesi.
Paese del cuore degli artisti, è uno dei borghi dipinto.
La gita a Boarezzo richiede un’ora ma la zona è ideale per godersi la passeggiata partendo da Ghirla e il suo lago per poi spostarsi al paesino dedicato a Giuseppe Grandi e a Odoardo Tabacchi, due tra le figure più prestigiose dell’intero panorama scultoreo italiano dell’Ottocento.
Boarezzo diventa borgo dipinto quando 16 artisti sono invitati a creare pannelli dipinti e affrescati collocati sui muri delle case tramandando, in una sorta di «racconto a percorso», le tradizioni e gli antichi mestieri della vita rurale del luogo.
Ad aprire la via dando il benvenuto ai turisti ci sono la «poesia» in dialetto bosino composta da Paolo Rattazzi con il dipinto di un angolo del paese, uno scorcio con omaggio alla comunità contadina che simbolicamente viene dichiarata estinta. Facendo il giro ecco cosa ammirare partendo dal «Contadino» di Albino Ambrosetti, il «Boscaiolo» di Mario Alioli e i «Cestai» di Mario Bogani, uno degli affreschi più delicati e caratteristici del paese.
Tra le altre attività lavorative e artigianali rappresentate sono da annoverare «Ul bagatti», il calzolaio, di Silvio Monti, lo «Scalpellino» di Luigi Bennati e il «Falegname» di Otto Monestier, nome noto dell’editoria, in quanto ultimo illustratore delle pagine della Domenica del Corriere.
Il suo dipinto è caratterizzato da riferimenti marcatamente religiosi da rintracciarsi nella fisionomia dell’artigiano che si avvicina all’iconografia di San Giuseppe e nell’indice rivolto verso il cielo dell’angelica figura femminile, si ispira a modelli michelangioleschi.
Sull’antico lavatoio, ancora attivo, Albino Reggiori ha interpretato «La bottega del ceramista», omaggio alla produzione di ceramica di Ghirla, che ha coinvolto numerosi abitanti di Boarezzo. Nel corso degli anni il borgo si è arricchito di altri dipinti del percorso «C’era una volta il bosco», che raffigurano la flora e la fauna della zona.
Fra le tante curiosità da sapere di questo piccolo borgo, c’è quella legata al nome Boarezzo, ovvero la contrazione di «I buoi di quelli che vengono da Arezzo».
Leggende e storie tramandate oralmente fanno risalire le origini del paese intorno al XII secolo e narrano la presenza della famiglia Chini, proveniente da Arezzo che si insediò in questa zona per rifornirsi di legname atto alla produzione del carbone di legna, di cui questa zona era ricca.
Il carbone prodotto era in seguito trasportato a Milano per mezzo di buoi.
Da qui la credenza popolare che ha ricondotto l’origine del nome del borgo a tale attività e l’espressione corrente “I buoi di quelli di Arezzo” si sarebbe trasformata nel tempo in Boarezzo.
Negli anni il paese si ampliò e la popolazione presente si dedicò, oltre alla produzione e vendita del carbone, all’allevamento di bestiame e al lavoro in una miniera di piombo e argento.
Per chi ama il trekking questa zona offre tante escursioni, una di queste è una sorta di anello con un giro di una decina di chilometri da Boarezzo al monte Piambello: è richiesto un buon allenamento anche se i sentieri sono abbastanza semplici si parte da 760 metri per salire a 1090 metri di altitudine.
Ci vogliono circa 3 ore ed è considerato un percorso escursionistico di livello intermedio.
Sul fronte pratico per chi arriva nella frazione di Valganna per il tour del borgo dipinto: per arrivare a Boarezzo bisogna svoltare a sinistra poco prima di arrivare nel centro di Ganna, svolta segnalata; successivamente c’è una seconda svolta sempre a sinistra.
A questo punto si sale fino ai circa 800 metri del piccolo borgo.
I padroni di cani li possono portare e tenere al guinzaglio rispettando tutte le regole normali.
Non resta che preparasi a un gita da fare a polmoni aperti per respirare aria buona e arte.
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