L’ALLENAMENTO
Animal flow, ci vuole un fisico bestiale

A volte, c’è bisogno di sentirsi in contatto con la natura e il proprio istinto. Quello ancestrale, perché in fondo, l’uomo non è che un animale. Ed è a questo che si ispira l’allenamento del momento, l’Animal flow, che il regional leader italiano Gabriele Montingelli insegna a Milano. Una pratica che unisce forza, leggerezza e grazia ispirandosi alla natura più selvaggia. Nella sua prima vita ha studiato fisica nucleare con tanto di laurea e dottorato di ricerca, per poi dare sfogo alla sua passione di fumettista e illustratore tanto da farlo diventare un mestiere con uno studio grafico e di comunicazione. Ma la vera costante della sua vita è sempre stato lo sport, arrivando a praticarlo ai massimi livelli diventando prima istruttore di cross fit per poi innamorarsi dell’Animal Flow. «È una disciplina che prima di tutto dà soddisfazione ed è un crescendo perché permette di affinare la tecnica e soprattutto si va alla ricerca del bel gesto atletico e soprattutto al piacere di muoversi bene», spiega Montingelli che di recente, a Londra, ha conosciuto anche l’ideatore della disciplina Mike Fitch che nel 2011 ha creato la nuova modalità di allenamento basata su esercizi a corpo libero influenzata da altre discipline quali danza, yoga, la capoeira ed ispirata a movimenti degli animali. Le “forme animali” che vengono messe in pratica contengono al loro interno movimenti specifici che attivano tutte le parti del corpo: il risultato è un allenamento intenso che trova soddisfazione nell’esecuzione del flow finale. Beast, Crab, Scorpion, Ape: sono solo alcune delle forme che prendono spunto dai movimenti animali e ripropongono l’attivazione del corpo a terra: e come gli animali si muovono in quadrupedia e in modo multidirezionale, così l’obiettivo finale dell’allenamento è quello di sviluppare la forza attraverso il movimento. «In realtà la vera anima della disciplina è riconnetterci con l’istinto primordiale, quello dell’animale uomo. Siamo ingabbiati in una vita di immobilità legata anche alla posizione seduta. Con l’Animal flow si risveglia il corpo. Pensiamo a tutti gli esercizi in quadrupedi (quattro zampe): il click è quello di un risveglio ancestrale. Avremo due livelli di coinvolgimento: tornando al bambino piccolo che gattona e un richiamo agli antenati di miliardi di ani fa quando ancora non si camminava eretti. Quindi c’è un risveglio di ricordi ancestrali che danno un effetto in termini fisici nel legame corpo - mente». Un allenamento che sblocca anche mentalmente. L’idea alla base dell’Animal flow è quella di allenare il corpo su più piani, utilizzando tutti i gruppi muscolari per i movimenti e la stabilizzazione, promuovendo quindi contemporaneamente forza, equilibrio, elasticità e resistenza. La coordinazione dei movimenti e il “call-out” delle forme da eseguire da parte dell’istruttore comportano inoltre un importante interessamento del sistema neuromuscolare, impegnando l’attenzione in modo attivo. Guardando gli allenamenti e cercando di farsi un’idea grazie ai video e reel che ci sono sulle pagine social, praticare le figure degli animali non è proprio semplice. Dallo scorpione alle scimmie (quelle grosse e senza coda, per gli inglesi ape diverse dalle monkey, ndr) oppure il granchio. Ma anche movimenti felini. «Si tratta di allenamenti in cui c’è equilibrio e sono adatti a tutti, sono graduali e sempre in miglioramento. Arrivi a studiare i movimenti partendo da zero. Arrivano a praticare l’Animal flow persone dalla danza, yoga e pilates. Ma anche chi non ha mai fatto nulla perché è una disciplina che è un vero e proprio percorso di crescita continua e non è chiusa. Ricordiamo che i gesti atletici il corpo li impara più che la testa. Poi quando li hai, va sempre meglio». Per iniziare a vedere i risultati con le prime figure ci vogliono almeno un paio di mesi. C’è infatti quella che è definita la biblioteca dei movimenti e delle figure che si costruiscono. «Come dicevo, è un percorso, ogni centimetro di apertura di spalla o gamba si guadagna apprendendo. Soprattutto ricordiamo che non siamo tutti uguali e ogni corpo ha i punti di forza e debolezza», spiega Montingelli che a 51 anni sottolinea l’importanza di un allenamento che consenta di migliorare elasticità e controllo del corpo con un allentamento più attento e accurato. «Con il passare degli anni il fisico perde di mobilità e tende a indurirsi, i pesi logorano. Per questo l’Animal flow permette di continuare ad allenarsi ad alto livello sempre. Inoltre non bisogna spaventarsi per i nostri punti di debolezza: li hanno tutti, me compreso. Per dire, so di avere la schiena rigida e ci saranno figure che faccio con maggiore difficoltà. Con alcuni movimenti sono più a mio agio, con altri devo lavorare più duramente».
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