TEMPO LIBERO
Cronache di un giardino

«Un giardino racconta tante storie, le piante ci danno un filo rosso, un leitmotiv che rappresenta un insieme per racconti, esperienze, ricordi. Sono compagne di vita e vanno trattate come tali, sono connivenze e convivenze, danno come frutti rapporti, sorprese. Tutto quello che può essere una vita può essere raccontato da una pianta e i giardini sono felici contenitori di tutto questo. E hanno bisogno di attenzione da parte nostra».
Paolo Pejrone compirà ottant’anni il prossimo 7 giugno ed è uno dei più importanti e interessanti architetti paesaggisti a livello internazionale, allievo tra l’altro di Russell Page, a sua volta considerato tra i più grandi architetti del paesaggio inglesi del Novecento, e dell’altrettanto famoso paesaggista brasiliano Roberto Burle Marx.
Con all’attivo lavori come architetto dei giardini fin dagli anni Settanta non solo in Italia, ma anche in Francia, Svizzera, Austria, Arabia Saudita, Grecia, Inghilterra, Germania, vincitore di concorsi internazionali, ha ricevuto anche nel 2004 la nomina a Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Proprio in occasione dei suoi ottant’anni, per Rizzoli Illustrati è stato ripubblicato il suo libro Cronache da un giardino. Le piante e le loro stagioni, a cura di Franco Perfetti e con fotografie di Dario Fusaro, la cui prima pubblicazione risale al 2010, collegandosi anche a un progetto molto ampio che all’architetto è dedicato dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo a Pinerolo.
«Una ripubblicazione che per me rappresenta un grande regalo - sottolinea Pejone -, perché ho sempre amato moltissimo questo libro che è un racconto fotografico sul mio giardino». Un racconto di esperienza quotidiana vissuta nel suo spazio, il Bramafam, a Revello, nel Saluzzese, dove l’architetto ha sperimentato diverse soluzioni e composizioni paesaggistiche e naturalistiche. Un viaggio nelle bellezze di un giardino privato, ma che in alcune occasioni durante l’anno apre ai visitatori, e dove il concetto portante è la libertà di esprimersi lasciata agli animali, ai fiori, all’acqua, assicurando vita e allegria.
«Il bravo giardiniere - spiega Pejrone - è un bravo individuatore di ciò che manca e deve dare quello che può con generosità e rispetto. Negli anni il giardino ha conquistato il suo spazio giusto: prima era appannaggio di famiglie ricche, poi si è diffuso. Ed è cambiato, ha consolidato amicizie tra le persone e le piante, assumendo un ruolo molto importante, soprattutto oggi».
Se pensa al significato del giardino anche rapportandolo al periodo della pandemia, Pejrone non ha dubbi: «È una delle poche cose che escono da questa cosa terribile, è fonte di salute, di superamento della paura. Io ho un terreno che diventerà un’oasi bio, perché questo è ciò che oggi vogliamo di più: vogliamo piante che fanno compagnia alla vita, che da un giardino “in ordine” diventino un giardino esuberante, felice, appagante».
Un po’ come il suo. O come quello che immaginerebbe oggi se gli si chiede di progettarne un’idea. «Il giardino, l’orto – conclude – sono intercambiabili, vanno sottobraccio, e possono essere culla di moltissime cose: farlo nascere e crescere è un tuffo nella vita. Lì c’è posto per tutti, in un rapporto forse anche meno “aulico” rispetto alle idee del passato, ma più ricco di vita. Penso per esempio alla ricchezza di un momento come mangiare un prugna scaldata dal sole: fa parte di una proposta ricca di vera vita».
Proprio per il Castello di Miradolo Pejrone ha progettato l’Orto che è stato ripristinato e che contribuisce a quella rinascita “rustica” della dimora stessa, accanto alla sua anima “nobile” rappresentata dalla ricchezza delle sale interne. Un orto che c’è sempre stato e per il quale ora si è presentata l’occasione per ripristinarlo.
«Una proposta - afferma l’architetto - che ho voluto fare mettendo qualcosa di “effimero” nell’insieme del castello storico: l’idea di un giardino veloce, che dà subito una risposta. Per me l’orto ha sempre dato grandi gioie, offre un rapporto diretto con la natura, è una finestra sul mondo, su quello che può capitare, in un rapporto molto vivace».
© Riproduzione Riservata