PICCOLI PASSI
Destinazioni per giovani trekker in erba

Il papà è un montanaro, la mamma ama l’arrampicata, mentre i figli non si schiodano dal divano? Difficile perché, di solito, certe passioni dei genitori si trasmettono naturalmente agli eredi. Però, può capitare. E, dunque, come fare a trasmettere la voglia di montagna anche ai più giovani dopo la maternità e la paternità? Uno dei trucchi più utilizzati è quello di un “accordo” vantaggioso per entrambi. Del tipo: la famiglia compie un’escursione due volte al mese di circa 500 metri di dislivello e, in cambio, il mini-camminatore vince, come premio, l’acquisto dell’ultimo videogioco alla moda. Un’altra idea per spingere i più piccoli eventualmente “poltroni” a diventare trekker è quella di dare loro un obiettivo come: «Oggi saliremo sulla cima di quella montagna». Oppure si può attirare la curiosità dei ragazzi per la presenza di parchi gioco, attrazioni adrenaliniche (zipline, slitte, eccetera) o altalene panoramiche nei pressi di alcuni rifugi o di varie località. E così, mentre gli adulti si ingozzano con polenta e spezzatino dopo la scarpinata, i più piccoli possono godersi le “giostre” d’altura. Certo, gli appassionati di montagna storceranno un po’ il naso per questa antropizzazione da luna park delle vette e degli alpeggi ma, a parte rari casi, si tratta di impianti che impattano pochissimo sull’ambiente e il paesaggio, ma che permettono di avvicinare alle vette un pubblico più vasto.
Se invece la meta è quella di un laghetto, si può incentivare l’escursione con la possibilità di fare un bagno o di giocare coi sassi sullo specchio d’acqua oppure lungo i torrentelli, costruendo mini dighe o sculture con le pietre più particolari. La montagna, soprattutto per chi ci vive lontano, permette così di far conoscere ai giovanissimi un ambiente totalmente diverso, sostenibile ed educativo. Per dirne una: in questo modo i piccoli possono scoprire che le mucche non sono soltanto quelle a forma di… bistecca, ma sono uno degli “abitanti” più fortunati e simpatici di Alpi e Appennini.
Ebbene sì, anche i bambini piccoli possono andare in montagna. Ci sono degli zaini realizzati appositamente per trasportarli in sicurezza sulle spalle: l’importante è scegliere percorsi facili, non troppo lunghi, proteggerli dal sole e non superare per lungo tempo i 2000-2500 metri di altitudine, evitando di salire sopra ai 3000 metri. Dai sei anni in su, i bambini sono in grado di scegliere ciò che a loro interessa in modo particolare ed è bene, allora, confrontarsi tutti insieme per decidere dove trascorrere le gite o le vacanze in montagna. Inoltre, contrariamente a quando si penserebbe, se sono ben allenati e predisposti, un bimbo di quell’età può quasi compiere gli stessi tragitti di un adulto. Non è raro, infatti, vedere qualche “stambecchino” oltre i 3.000 metri e su sentieri non sempre facili. Chiaramente, però, serve sempre una formazione, un’attrezzatura adeguata e un’attenzione vigile degli adulti nei passaggi con qualche rischio potenziale.
Chiaramente bisognerà iniziare con percorsi brevi e semplici, e poi aumentare per gradi la lunghezza e la difficoltà del cammino. Meglio poi non cedere alle richieste di acqua o cibo dopo pochi metri e determinare assieme una prima meta per concedersi una pausa, cercando di disincentivare in qualche modo la classica e insopportabile domanda: «Ma quanto manca?». Durante il cammino si deve stare attenti a non affrettare o allungare il passo, ma seguire un’andatura costante adatta alle capacità e all’età dei bimbi al seguito. Se i genitori non sono troppo a corto di ossigeno, si può anche raccontare una storia su un lupo o un orso che vivrà o avrà sicuramente visitato gli stessi vostri luoghi, o intonare una canzoncina per distrarli dalla “fatica” e spronandoli ad andare avanti. Infine non è male nemmeno l’idea di andare a caccia di orme di animali, di piante insolite o nominare e conoscere gli alberi e i fiori che si scovano durante il percorso scattando foto e selfie e raccogliendo, magari, qualche mirtillo. Tutto sarà più bello e leggero. E, alla fine, resterà un ricordo indelebile.
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