I PERSONAGGI
George Bush dipinge veterani

Quando, vent’anni fa, crollarono le Torri gemelle, il suo nome divenne indubitabilmente il secondo più conosciuto al mondo dopo quello di Osama Bin Laden. Questo perché da pochi mesi era lui, George W. Bush, il presidente degli Stati Uniti, e fu lui a guidare il suo Paese negli otto anni successivi, quelli delle guerre in Afghanistan e in Iraq. Meglio comunque lasciare la storia ai libri di storia, e ricordare appena che l’opinione pubblica mondiale si divise in due sul suo operato, tanto che ben presto i media gli appiccicarono addosso un’etichetta che diceva tutto: «Love him or hate him», «O lo ami o lo odi», ritenendo impossibile la via di mezzo.
E che i suoi moltissimi detrattori sono arrivati al punto di metterne in dubbio la salute mentale o a collezionare i cosiddetti “bushismi”, frasi pronunciate da Bush con cui si intendeva dimostrare che aveva problemi nell’uso del linguaggio o evidenti lacune culturali tali da renderlo inadatto al ruolo che ricopriva. I più benevoli, invece, gli avevano coniato il soprannome “Dubya”, facendo riferimento alla W (double-u) puntata del suo nome e pronunciata alla texana.
Ma dodici anni dopo il passaggio di consegne a Barack Obama, che fine ha fatto George W. Bush? Va detto innanzitutto che ha esercitato solo un minimo ruolo politico, limitandosi a dare il suo endorsement ad alcuni candidati repubblicani alla presidenza: nel 2008, non potendo ricandidarsi al terzo mandato, a John Mc Cain; nel 2012 a Mitt Romney; nel 2016 al fratello Jeb Bush. Poi, nel 2020, non si è schierato con alcun candidato, tanto meno con il presidente uscente Donald Trump. Anzi, lo scorso 6 gennaio ha preso una posizione fortissima contro l’occupazione del Campidoglio da parte dei seguaci del presidente uscente, definendosi «Sconvolto per il comportamento sconsiderato di alcuni leader politici sin dalle elezioni».
Ma in realtà Bush si è staccato subito dalla politica, chiudendosi nella sua casa di Dallas e sviluppando, su consiglio della moglie e con l’aiuto di un’insegnante, la sua passione per la pittura: si è allenato ritraendo cani (il che gli è costato un’altra raffica di sberleffi planetari), poi è passato a quelli di veterani di guerra che ha personalmente conosciuto e a quelli di immigrati illustri. Nell’ormai lontano 2010 ha anche pubblicato “Decision Points”, un libro di memorie in cui ha ripercorso i momenti più difficili della sua presidenza e spiegato i motivi delle scelte compiute.
© Riproduzione Riservata