EUROVISION
La magia dell’Islanda

Che cosa c’entrano l’Eurovision Song Contest e l’Islanda? In questi giorni a Rotterdam è andata in scena la 65esima edizione della kermesse canora internazionale, che ha avuto per protagonisti i Måneskin, vincitori dell’ultimo Festival di Sanremo, ma non tutti sanno che l’Eurovision, o meglio la sua declinazione cinematografica, è stata al centro di un recentissimo caso piuttosto curioso. Sì perché la cittadina di Hùsavìk, nella parte nordoccidentale dell’Islanda - poco più di duemila anime in tutto e con il Museo fallologico come attrazione principale, con decine di falli animali in esposizione, tra l’altro nel 2011 trasferito poi a Reykjavik - è stata travolta da improvvisa e inaspettata popolarità.
Il motivo è presto spiegato: proprio qui è ambientato il film “Eurovision - La storia dei Fire saga”, dove una improbabile coppia di cantanti interpretata da Will Ferrell e Rachel McAdams riesce ad approdare all’ambita gara canora, dopo una serie di peripezie che ironizzano sulle peculiarità del popolo islandese, tra gnomi invisibili e folklore esasperato. La pellicola, distribuita da Netflix nell’estate dell’anno scorso, non offre particolari guizzi cinematografici ma si lascia guardare e soprattutto vanta una colonna sonora, il cui brano di punta si chiama proprio “Hùsavìk”, che è stata in lizza per la statuetta agli ultimi Oscar.
La canzone è un affresco d’Islanda, con alcuni passaggi del testo in lingua originale, in una sorta di tributo a questa terra magica fatta di vulcani e cascate, di tradizioni ancestrali e di orgoglio patriottico.
Chi è stato lassù almeno una volta, noterà subito in questo film alcuni tratti caratteristici degli islandesi, ma anche chi non ha mai visto Reykjavik, il ghiacciaio del Jökulsárlón o l’impronunciabile vulcano dell’Eyjafjöll, che nel 2010 paralizzò il traffico aereo di tutta Europa, potrà gustare una commedia leggera. Commedia leggera, che però ha avuto conseguenze pesanti per i cittadini di Hùsavìk. Film e colonna sonora, sebbene usciti nel pieno della pandemia, hanno portato sulla rotta del paesino di pescatori la curiosità di tantissime persone. Il timore è che, con l’imminente riapertura dei viaggi grazie alle massicce campagne vaccinali, la cittadina possa subire un’invasione di persone non proporzionata alle sue reali capacità ricettive. Porterà comunque vantaggi economici agli abitanti o saranno soltanto disagi? Gli islandesi lo scopriranno solo vivendo, per dirla con le parole di Lucio Battisti.
© Riproduzione Riservata