CAMELIE
L’albero dalle foglie lucenti

La camelia è un fiore dal grande fascino. Basti pensare che ispirò un celebre romanzo di Alexandre Dumas e la stilista Coco Chanel, che ne ha fatto il leitmotiv delle sue collezioni.
La camelia appartiene al genere delle theaceae e proviene da Cina e Giappone. Il nome le fu attribuito, nel 1735, dal botanico Linneo che lo dedicò al religioso Joseph Kamel, il primo a importare la pianta nel continente Europeo dal Giappone nel Settecento. In Italia la camelia arriva solo nel 1760, quando fa la sua apparizione nel famoso giardino inglese della Reggia di Caserta come pegno d’amore indirizzato a lady Emma Hamilton (la moglie dell’ambasciatore inglese presso la corte dei Borboni di Napoli) dall’ammiraglio Nelson.
In Europa la pianta non ebbe subito una grande diffusione nei giardini e solo un centinaio d’anni dopo salì alla ribalta grazie, come detto, al romanzo di Alexandre Dumas La signora delle Camelie edito nel 1848. La protagonista del libro - Marguerite Gautier - si ispirava ad un personaggio reale, tale Marie Duplessis, una cortigiana che, a seconda della sua disponibilità o indisponibilità, appuntava ogni sera al vestito una camelia bianca o rossa. La scelta della camelia non fu casuale: secondo le più antiche credenze, infatti, i giapponesi la consideravano il simbolo della vita stroncata, perché appassendo non perde i petali uno ad uno ma si stacca completamente intera dallo stelo. Dopo il 1848 il fiore iniziò a diffondersi anche nel campo della moda, veniva utilizzato come decoro nelle scollature e negli orli degli abiti delle nobildonne e gli uomini scapoli lo inserivano nel bavero del frac per attirare l’attenzione delle dame. Divenne il fiore prediletto e più usato da Madame Chanel, sempre presente nei tailleur di sua creazione a partire dal 1913.
Sulla camelia, nota anche come “albero dalle foglie lucenti”, esistono molte affascinanti leggende, tutte provenienti dai paesi orientali. Si narra, ad esempio, che il ventottesimo patriarca del buddismo, Ta-Mo, durante una delle sue meditazioni si addormentò. Per punirsi dell’accaduto decise di recidersi le palpebre affinché non potesse più chiudere gli occhi durante le sue meditazioni future e nel punto in cui gettò le sue palpebre in terra, nacque una pianta di camelia da tè, il cui infuso aiutava a rimanere svegli. Dalle foglie essiccate di una qualità di camelia appositamente coltivata, si ottiene, infatti, per infusione un ottimo tè. Nel linguaggio dei fiori la camelia simboleggia la stima, l’ammirazione e la bellezza perfetta non esibita. In Italia, la si può ammirare nelle zone dei laghi prealpini, e ne esiste una famosa collezione a Villa Taranto di Pallanza, sul Lago Maggiore.
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