FESTIVAL DI VILLA ARCONATI
Marco Paolini racconta i «Boomers» a Bollate

Una banca della memoria in forma di gioco: un bar, quello della Jole, dove tornano personaggi degli Album, ma nulla è più come prima. Dove si muore, ma per il meccanismo del gioco che costringe a un movimento continuo: ma morire non è grave, basta solo ricominciare da capo. Proseguire nel gioco. È Boomers, lo spettacolo di e con Marco Paolini, in scena lunedì 18 al festival di Villa Arconati di Bollate accanto a Patrizia Laquidara, che ne cura le musiche originali con Alfonso Santimone e che, con la sua voce eclettica e intensa permette l’interpretazione in chiave giocosa della musica che si innesta sul verso poetico. Paolini è il narratore che dà corpo e voce al coro dei personaggi in uno spettacolo dove anche la musica ha un ruolo importante e dove si parla di conflitti, dinamiche, percorsi, errori storici, occasioni perdute. E di una generazione che ha avuto un impatto pesante sul pianeta in termini ecologici, tecnologici ed economici e che, al tempo stesso, ha prodotto menti e personalità brillanti, energie e idee che hanno cercato di combattere proprio quell’impatto. Uno spettacolo che unisce l’esperienza di un attore che ha fondato una grandissima parte del suo lavoro proprio sulla memoria all’interrogativo che oggi si pone su quali siano le possibili risposte del teatro a un mondo in cui esperienze virtuali e reali si mescolano senza nette separazioni. Un gioco che permette uno sguardo al passato facendolo vivere e interagendovi, che racconta la storia di piccoli mondi nel loro rapporto con il presente, con un linguaggio che ricorda lo stile della ballata Bestiario Italiano in cui tra il 1999 e il 2000 Paolini ha narrato il mutamento del paesaggio in un lungo viaggio attraverso la nostra penisola accompagnato dai versi di Caproni, Buttitta, Meneghello, Parise, Zanzotto.
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