ORIGINI E FUTURO
Lo skateboard e il furto dello scaffale

Pattini sotto una tavola. Il suo significato letterale. Un’idea semplice da cui è nato uno degli extreme sport più funambolici e anche più praticabili. Lo skateboard è una presenza costante di parchi e piazzette, ma anche un modo di vivere street che esige un codice di comportamento, abbigliamento, socialità. Tra gimkane ed evoluzioni, sempre sfrecciando verso il futuro.
La storia dello skate inizia con un furto, ha tra i suoi protagonisti inconsapevoli uno dei più grandi architetti del Novecento e deve il successo a un’estate di crisi idrica. Tutto ha inizio negli anni Cinquanta in California, da sempre terra di surfisti. Ma per praticare surf non basta una tavola in mare. Per ovviare alle tante giornate senza vento, un gruppo di appassionati ruba quindi alcuni scaffali da una biblioteca, vi attacca quattro rotelle e dà vita al sidewalk surfing, un mezzo con cui allenarsi anche in strada. Questi primi esemplari sono in realtà longboard, più lunghi e poco flessibili, tramite cui mimare i movimenti da surf, oggi perfetti per i principianti. Ma hanno successo. Si comincia a utilizzare l’acero canadese per i sette strati della tavola, detta sandwich o deck. Entrano in uso i trucks, o carrelli, attacchi snodati per lo sterzo. E nel 1959 lo skateboard è commercializzato per la prima volta. Negli anni Sessanta, il progetto Mahaka di Larry Stevenson perfeziona il kicktrail piegando verso l’alto la coda del deck, accorgimento che permetterà di escogitare nuovi fantasmagorici trick. Lo skateboard diventa a tutti gli effetti uno sport.
Nel 1939, dall’altra parte dell’oceano, Alvar Aalto rivoluzionava il design delle piscine ristrutturando quella di Villa Mairea a Noormarkku, in Finlandia. Non più una vasca rettangolare, ma forme ellissoidali con fondo concavo a doppia altezza. La soluzione si diffonde in America con l’arrivo di molti architetti che fuggono dalla guerra. Si arriva così al 1975, ricordato in California come un anno di grave siccità. Lo Stato vieta di riempire le piscine per far fronte alla mancanza di acqua ed è sfruttando la situazione che nella Contea del Mar gli Z-boys, ovvero gli skater Jay Adams, Tony Alva e Stacy Peralta, danno avvio alle sessioni illegali dei back-garden. Si ritrovano di soppiatto nei giardini benestanti e skateano nelle piscine vuote, trasformando nella loro pista le rampe e le scavature aaltiane. La scena californiana ne è travolta e da lì incomincia l’era moderna dello skate, che si specializza tra slalom e velocità, versioni street e longjump, vertical e freestyle. Nel 1976 è aperto il primo skatepark in Florida e due anni dopo lo sport è riconosciuto dal CONI. Intanto Alan Ollie Gelfand inventa uno dei trick più noti: l’ollie, appunto, che prevede l’alzamento della tavola senza usare le mani. Non sorprende che negli anni Ottanta si impone una generazione di skater eccezionali, capitanata tra gli altri da Tony Hawk, Christian Hosoi, Tommy Guerrero, Lance Mountain e Neil Blender.
Diventato uno dei simboli della vita da strada, lo skate ha incontrato negli ultimi tempi le novità della motorizzazione ecosostenibile. Lo skateboard elettronico autobilanciato, noto come hoverboard, è un lusso di cui si aveva già conoscenza: un deck con motori sulle due ruote, che procede autonomamente a seconda della postura del driver, il quale deve perciò inclinarsi in avanti. Ma il boom dei monopattini elettrici ha fatto scoprire veri e propri corrispettivi per skate. Modificandoli forse per sempre, dato che le aggiunte di motore e batteria stanno portando al commercio di deck sempre più pesanti. Possono andare dai 12 ai 35 km/h circa, si ricaricano pressappoco in un’ora e mezza e possono essere guidati tramite un telecomando wireless o bluetooth che controlla velocità, autonomia e parametri tecnici. Un elemento innovativo che forse fa però inorridire i puristi. Il divertimento sembra comunque rimanere lo stesso di prima. Anzi, si stanno aprendo nuovi sbocchi, come quello dello skate elettrico da fuoristrada, dotato di quattro ruote particolarmente ingombranti e una tavola molto più pieghevole di quelle standard. Per pattinare anche tra boschi e sterrati.
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