FALEGNAMERIA
Sono come un moderno Geppetto

La passione per il legno, la capacità di lavorarlo in un modo tale da dargli letteralmente vita e poi tanta fantasia. Sono questi gli ingredienti che, ad Azzate, hanno dato vita a Stoccafisso design, una piccola azienda artigiana dove Amedeo Capelli, una sorta di Geppetto moderno, crea degli automi in legno. Sì, quelli che apparentemente sembrerebbero costruiti soltanto con qualcosa di super tecnologico, in realtà possono essere creati da un tronco, dai resti di un bancale industriale, oppure da un ramo raccolto durante una passeggiata sul Lago di Varese.
Nel suo piccolissimo laboratorio, infatti, Capelli concepisce, progetta e crea tutto quello che gli viene in mente, per sé e per gli altri. Il progetto ha preso forma nel 2015, quando si cominciarono a produrre confezioni per bottiglie, evolvendosi in un’attività principalmente artistica qualche anno dopo, con la produzione dei primi automi, oltre a complementi d’arredo e sculture. Cose vecchie, dimenticate o perdute, oggetti che l’artigiano-artista trova nei suoi cammini si possono così sposare col legno o con altri materiali, per plasmare le immagini che gli vengono in mente: «Principalmente – racconta Capelli – uso del legno di riciclo, come l’abete, utilizzato per i bancali industriali: è morbido e si lavora facilmente, così come alcuni legni dei nostri boschi, vale a dire il tiglio, la robinia o il castagno. Quello che mi interessa non è l’essenza del legno, ma una sua forma che possa ispirarmi. Io apprezzo anche tanti altri materiali come il ferro battuto, il vetro e la ceramica, ma nessuno mi dà grande calore ed emozioni come il legno».
Una volta individuato il pezzo giusto, generalmente longilineo, senza nodi e con una corteccia rugosa ma allo stesso tempo levigata, «mi invento il soggetto da ricreare e poi penso al movimento che deve fare, studiandomi la parte meccanica. Per questi passaggi mi ispiro molto alla natura e cerco di fare delle cose divertenti oppure poetiche, spaziando tra vari generi. Per esempio ho la passione per il dark e il macabro e, quindi, spesso inserisco degli elementi come gli spiriti della foresta, oppure personaggi e situazioni legate alle leggende popolari e al folclore, con elementi di paura e di mistero che vanno a stonare con la pace e la tranquillità della natura ma che, ugualmente, appartengono all’universo».
Il risultato? Gli automi di Azzate piacciono a mezzo modo: «Iniziai come esperimento, ma poi, visto che funzionava, ho trasformato questa passione in una professione. Ho clienti da tutto il mondo e sono specialmente dei collezionisti di questi oggetti dagli Stati Uniti d’America oppure dalla Germania e Inghilterra, dove si è sviluppato anche un movimento dei costruttori degli automi moderni. Sto cercando di conquistare pure il Giappone, perché lì gli automi hanno una tradizione antica». Il legno “automizzato” con anima varesina arriverà pure nell’Estremo Oriente?
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