DA VISITARE
A passeggio tra i castelli del Sale

Su e giù dalle colline che puntellano il panorama di Salsomaggiore, nel Parmense, percorrendo le antiche Vie del Sale, è possibile imbattersi in antiche roccaforti che in epoca medievale avevano la funzione di difendere le saline.
Un tempo infatti l’acqua di Salsomaggiore veniva utilizzata per la produzione di sale, bene preziosissimo.
Costruiti dai potenti Marchesi Pallavicino, i castelli di Scipione, Tabiano, Contignaco, Bargone, non visitabile, e la Gallinella, distrutto nel XIX secolo e di cui rimangono solo pochi resti, oggi sono lì per parlarci di un tempo antico fatto di armi, dame, cavalieri e fiorenti commerci.
Il più antico dei Castelli del Sale, è quello di Scipione, il cui nome deriva dai resti di una antica dimora romana appartenuta alla famiglia degli Scipioni.
Si dice, ma senza certezza, che la proprietà della dimora fosse proprio di Publio Cornelio Scipione Emiliano, il grande generale che rase al suolo Cartagine. Risalente all’XI secolo, fu realizzato con uno scopo difensivo da Alberto Pallavicino a capo di uno Stato che andava dal Po agli Appennini tra Parma, Cremona e Piacenza. Durante gli anni delle guerre tra guelfi e ghibellini subì diversi attacchi che obbligarono i proprietari a mettere mano alla struttura iniziale aggiungendo diverse parti tra cui le buie prigioni.
Risale invece alla metà del 1600 il bel loggiato panoramico da cui è possibile ammirare la pianura circostante e il territorio del parco naturale del fiume Stirone, così come gli affreschi rappresentanti ghirlande e stemmi che decorano i soffitti delle sale interne.
Anch’esso in posizione dominante e poco distante dalla Terme di Salsomaggiore e Tabiano, ecco il Castello di Tabiano, le cui origini risalgono a tempi antichi.
Fu edificato dai Marchesi Pallavicino all’inizio del XI secolo su un precedente insediamento romano e divenne di importanza vitale per il controllo della Via Francigena e dei pozzi di sale.
Nel corso dei secoli passò di mano a molte delle famiglie più importanti della storia e fu anche parte del patrimonio dell’imperatore Federico Barbarossa.
Di notevole interesse i saloni di rappresentanza con la sala da ballo, la sala dei cacciatori con il grande camino in marmo rosso e quella degli stemmi ispirata alla volta del Castello Sforzesco di Milano opera di Leonardo da Vinci.
Nel 1800 divenne dimora privata e azienda agricola che fino agli anni Novanta del Novecento ha prodotto e stagionato le forme di Parmigiano Reggiano negli spazi del castello e del borgo accanto.
Adiacente alla costruzione difensiva infatti vi è il Borgo di Tabiano Castello da visitare assolutamente.
Un tempo era parte integrante del sistema difensivo del castello di cui rimangono due torri circolari, resti di fortificazioni, mura di cinta e una torre di guardia con il ponte levatoio che permetteva di entrare nel paese.
La torre alta trenta metri, risalente al 1030 e ancor oggi ben conservata, spicca nel paesaggio emiliano e sembra dire a tutti che lì si erge il Castello di Contignaco. Costruito anch’esso dai Pallavicino, passò agli Aldighieri di Parma nel 1315, famiglia detta poi dei Contignaco, da qui il nome del maniero.
E proprio gli Aldighieri di Parma appartenevano alla stessa famiglia da cui discende Dante Alighieri.
Tra le sue mura una antica leggenda narra che vi soggiornò anche il poeta durante il periodo del suo esilio.
D’altronde il legame che unisce queste terre al Sommo Poeta è emerso dopo un attento riesame di un codice miniato, una delle migliori copie esistenti risalente al 1411 e attribuito al copista Giovanni de’ Gambis, un prete originario dell’antica Borgo San Donnino, a Fidenza, della Divina Commedia oggi conservato nella Biblioteca nazionale di Napoli.
L’edificio è circondato da una natura meravigliosa in cui spiccano querce, da non perdere quella ultrasecolare con un tronco di due metri di diametro situata proprio all’ingresso, cedri, cipressi e allori.
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