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L’uomo che custodisce il tempo

«Prenditi tempo», scriveva Pablo Neruda. Per pensare, leggere, pregare, ridere, perdonare, amare, vivere. C’è chi il tempo se lo prende da tre generazioni anche per curare proprio il tempo. Oggi si chiama Alessio Castignoli, dall’oreficeria orologeria nella centralissima via Carlo Alberto di Monza che porta il suo nome, e che è stata di suo padre Stanislao prima di lui. Una cura e una passione che però arrivano da ancora più lontano, dal nonno Giorgio, che questo mestiere lo faceva fin da prima che scoppiasse la Seconda guerra mondiale, andando di casa in casa dei clienti e poi nel suo negozietto di Venegono Superiore.
La nonna era una Sordi, famiglia di orafi del Piacentino. Come di origine piacentine era il nonno. Lo scoppio del secondo conflitto mondiale portò difficoltà e distruzione anche nelle loro risorse, e a conclusione della guerra si ripartì con calma. Ma con determinazione.
Il nonno a Venegono Superiore restò attivo fino agli anni Ottanta. A Monza i Castignoli ci sono invece dal 1962: a inizio aprile Stanislao è mancato, non rinunciando alla sua passione fino alla fine. Suo figlio lo affianca concretamente dal 1991, dopo aver frequentato due scuole di orologeria a Milano e aver alternato lo studio alla pratica da un orologiaio milanese ed essersi poi specializzato in Svizzera nella realizzazione di orologi.
E da quel 1962 suo padre non ha solo iniziato un percorso di sistemazione di orologi, ma anche di collezione. Pendole e orologeria antica, innanzitutto. Conservando non solo a casa sua, ma anche nei locali che ospitano l’attività commerciale, decine e decine di pezzi che fanno la storia dell’orologeria.
«Una collezione di orologi antichi – spiega Alessio Castignoli – nata comprandone all’estero e in Italia e risistemandoli, andando anche a cercarli nelle soffitte e nelle cantine. La nostra è una famiglia sia di commercianti sia di artigiani riparatori, con una passione che ci siamo trasmessi. E gli orologi a cui ci affezioniamo al punto da non volerli vendere, ma tenere come collezione, non hanno per forza un valore economico importante, ma rappresentano una tipologia creata in un determinato periodo e che poi si è evoluta fino ai giorni nostri con meccaniche moderne».
Sì, perché quello che alla famiglia Castignoli piace è proprio la storia dell’orologio e della sua meccanica, di quegli aspetti che oggi possono essere costruiti attraverso macchinari sempre più moderni, e una volta avveniva manualmente. Da quell’orologio di Beccarelli, orologiaio di Parma «che aveva trasformato i contadini in orologiai», che fu esposto nel 1881 alla fiera internazionale di Milano e che Alessio acquistò a Parma con suo padre che già aveva più di ottant’anni, all’inglese firmato Graham, vero e proprio «scienziato dell’orologeria», spiega ancora Alessio Castignoli, un orologio a colonna con suoneria musicale che diffonde diverse melodie grazie a numerose campanelle e che è interamente dipinto.
Fino alla sveglia di latta che è emblematica di un periodo, di una storia, di un momento. «Come lavoro scolastico finale – racconta ancora Alessio Castignoli – ho costruito un orologio: la costruzione resta una mia passione e mi piacerebbe proseguirla. Così come mi piacerebbe realizzare un sogno che avevo con mio padre: proporre mostre a Monza sulla storia dell’orologeria. E non escludo di riuscire a creare nei locali della nostra attività uno spazio museale, che la gente può visitare liberamente, e dove gli oggetti siano accompagnati da un vero e proprio percorso espositivo sulla storia dell’orologeria».
E tra i progetti c’è anche quello di coinvolgere sempre di più i giovani. Quando Stanislao girava alla ricerca di vecchi orologi da sistemare, portava spesso con sé tutta la famiglia trasformando il momento in una gita tutti insieme con levataccia anche alle 3 o alle 5 di mattina.
Oggi con Alessio lavora il cognato Valeriano Sala, immediatamente coinvolto da questa passione, mentre la sorella Cristina supporta tutto l’operato. «Un altro mio grande interesse sono gli orologi da polso – conclude Alessio -. Ma alla base di tutto c’è la voglia di risolvere ogni difficoltà, di far rinascere un orologio». Di curarlo, proprio come un medico del tempo e delle lancette. «Perché il battito di un orologio assomiglia un po’ a quello del cuore: ti fa capire tante cose».
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