TECNOLOGIA
Tutti poliglotti con il cellulare

Il teletrasporto, quello no. Ma un altro dei sogni tecnologici del telefilm fantascientifico “Star Trek” è ormai vicino a diventare realtà, e in anticipo di oltre un secolo. Si tratta del traduttore universale che in molte puntate della serie permette all’equipaggio dell’Enterprise di parlare con creature di altri mondi abbattendo le barriere linguistiche e velocizzando, naturalmente, lo sviluppo della trama.
Un fantastico traduttore universale sostanzialmente ce l’abbiamo già tutti, dato che è questo lo scopo dell’apposita app di Google, gratuitamente a disposizione di chiunque possieda un cellulare Android.
Le lingue a disposizione sono decine, dall’Afrikaans allo Zulu, molte possono essere scaricate nella memoria del telefonino quando non costa nulla farlo, prima di un viaggio in aree del mondo dove invece il download sarebbe molto costoso. E l’app offre diverse possibilità: digitazione del testo da tradurre, inserimento a mano libera, fotografia di una scritta, semplice uso della voce.
La sintesi vocale permette poi di apprendere la giusta pronuncia, per entrambe le lingue in uso. E c’è anche una modalità conversazione piuttosto impressionante: con il telefono come “ponte”, due persone che parlano lingue diverse possono appunto conversare e il traduttore permette a ciascuno di ascoltare a turno, nella sua lingua, quello che ha detto l’altro. Anche con una modalità automatica grazie alla quale la app è sempre in ascolto in entrambe le lingue e non bisogna schiacciare continuamente bottoni.
Nel corso di un recente viaggio a Madrid abbiamo provato sul campo il Traduttore Google, interpellando in questo modo, in uno spagnolo “digitale”, addetti alla reception in albergo, camerieri e semplici passanti. Chiaramente il sistema permette conversazioni basilari e dalla reale comprensione di una lingua, in tutte le sue sfumature, siamo ancora lontani, ma funziona e di sicuro può essere un’àncora di salvezza in situazioni più complesse, tipo un viaggio nella Lettonia profonda.
Inoltre bisogna non essere timidi, perché chiedere a qualcuno di conversare parlando a turno a un cellulare, suscita nell’interlocutore sguardi tra il divertito, il perplesso e il preoccupato. Ma il problema principale è la macchinosità dell’intera operazione e la necessità di tenere il telefono a mezz’aria. Probabilmente, in contesti meno casuali l’uso di auricolari collegati al traduttore da parte di entrambi gli interlocutori creerebbe le condizioni per una vera conversazione con chiunque su tutto, o quasi, il pianeta.
E qui arriviamo a un’altra questione: quella della traduzione e della trascrizione di scambi vocali in tempo reale da una lingua all’altra, e non con quello scarto, pur di pochi secondi, che c’è oggi ed è comunque fastidioso. Un passo in avanti gigantesco per il Traduttore Google che potrebbe diventare realtà nel corso di quest’anno. Merito dell’intelligenza artificiale e di una smisurata banca dati di parole e conversazioni in un’infinità di lingue da cui l’intelligenza artificiale pesca per funzionare e migliorarsi.
Uniche limitazioni iniziali: una connessione di rete attiva perché la app possa utilizzare i server di Google e la traduzione non di file audio preregistrati, ma solo di conversazioni “attraverso” lo smartphone.
© Riproduzione Riservata