LE REAZIONI
Provincia di Varese, laboratorio da esportare
Commenti e attese sul nuovo esecutivo varato dal presidente. Magrini e Pellicini d’accordo sul ritorno all’ente di primo livello

Alla fine è andata più o meno com’era finita, con dem, civici, moderati e popolari in maggioranza, leghisti e meloniani all’opposizione. La nuova giunta della Provincia di Varese vede l’inedita alleanza tra le liste Civici e Democratici e La Provincia al Centro con cinque deleghe a testa cui per la seconda si aggiunge la vicepresidenza a Forza Italia, la vera novità, che in questo modo si smarca dal tridente con Lega e Fratelli d’Italia e con ripercussioni politiche tutte da vedere.
IL TENTATIVO DI RIBALTONE
Carroccio e alleati hanno provato il ribaltone insieme a FdI, gioco non riuscito nonostante ne avesse i numeri. Comunque lo si giudichi, però, se il nuovo governo della Provincia ha impiegato quasi un mese per mettersi in pista, con l’ultima settimana caratterizzata dalle “quirinalate”, come qualcuno ha definito i colloqui che hanno visto i rappresentanti delle quattro liste salire in successione all’Ufficio di Presidenza, significa che non tutto è filato liscio. Certo, se la sinistra avesse agguantato il sesto consigliere che le è sfuggito per un soffio il discorso sarebbe stato diverso, ma lo stesso potrebbe dirsi per FdI e poi la politica non si fa con i se e i ma.
IL GRANDE TESSITORE
Il presidente Marco Magrini, “il gran tessitore” della coperta politica provinciale, lo sa bene e per questo motivo esce dal braccio di ferro fra le due o tre anime della sua giunta col sorriso sulle labbra e parla di «assegnazione delle deleghe tra continuità e collaborazione» che è come dire dare un colpo al cerchio e uno alla botte in nome del mantra secondo cui «la Provincia è la Casa dei Comuni» al di là dei colori politici di chi li amministra: «Abbiamo riconosciuto la vicepresidenza dell’ente al rappresentante di La Provincia al Centro Giacomo Iametti, visto il buon risultato anche in termini di voti del gruppo ed i Civici e Democratici, che già hanno operato bene e in assoluto hanno preso più voti, hanno ricevuto alcune deleghe centrali per la vita amministrativa dei cittadini di questo territorio. Penso a Malpensa, al lavoro per la revisione del Piano territoriale di coordinamento provinciale la cui cura è affidata a Stefano Bellaria, alla viabilità e mobilità di un territorio così diverso tra nord e sud, tema delicato che vedrà l’impegno di un amministratore che è stato sindaco di lungo corso come Fabio Passera, al bilancio dell’ente su cui è necessaria continuità per cui è stato affidato a Mattia Premazzi. Ma anche a Fratelli d’Italia e Lega-Lombardia Ideale e Civici ho chiesto di partecipare attivamente alla vita amministrativa della Provincia perché il loro contributo, la loro esperienza di sindaci e consiglieri, può essere fondamentale. Possono ricoprire e presiedere importanti commissioni», e qui spende il nome di Sergio Ghiringhelli, di cui riconosce «l’esperienza e il valore». E così conclude: «Ora torniamo a lavorare nel segno della continuità ma aperti ad una collegialità “alla Svizzera” con una cooperazione trasversale che potrebbe rivelarsi il valore ulteriore, aggiunto, di Provincia di Varese. Non è un contentino, è una stretta di mano vigorosa per lavorare insieme». O forse una mano tesa che però non tutti sembrano disposti a stringere.
OPINIONI E RIPERCUSSIONI
L’onorevole Andrea Pellicini, presidente provinciale di Fratelli d’Italia che ha portato da uno a tre i propri consiglieri, invoca il ritorno all’ente di primo livello per tornare al voto diretto dei cittadini e promette opposizione senza se e senza ma; Andrea Cassani, sindaco di Gallarate e segretario provinciale Lega prende atto di «una scelta di Forza Italia che non capisco perché va contro tutte altre»; l’onorevole Matteo Bianchi, consigliere comunale a Varese, afferma che Fi «sta facendo la politica dei due forni senza tener conto che una scelta come questa spacca il tridente di centrodestra e non giova a nessuno»; il coordinatore cittadino dei “berluscones” a Gallarate, Nicola Mucci, prova a schivare i colpi: «Il centrodestra è arrabbiato con noi? Gli passerà: quante volte ci ha fatto star male per certi accordi nei Comuni? Siamo lì perché i sindaci ci hanno dato il consenso. Quindi nessun problema». Assicurazione tutta da verificare soprattutto per le possibili ripercussioni sul territorio in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
LA LEGGE DI RIFORMA
Un comunicato dei Civici e Democratici fa piazza pulita delle diatribe: «Con l’attribuzione delle nuove deleghe ricominciano il lavoro e l’impegno dei consiglieri civici e democratici per la Provincia di Varese. Le deleghe sono impegnative e di cruciale importanza per lo sviluppo e la coesione del territorio». Con una nota congiunta dell’onorevole Alessandro Sorte, segretario regionale lombardo, Giuseppe Taldone, vicesegretario regionale, e Simone Longhini, segretario provinciale, Forza Italia afferma che il partito «torna protagonista anche in provincia di Varese dopo la nomina del nuovo vicepresidente della provincia di Bergamo». E Magrini rilancia: «Non so quali saranno le decisioni della politica sul futuro assetto delle Province. So quello che i presidenti hanno chiesto al Governo, ossia ridare un volto dignitoso a questi Enti con assessori, ritorno delle funzioni, delle deleghe, con una centralità nuova che non può più essere quella decaduta con la riforma Delrio. Abbiamo assistito a una grande spinta propulsiva per rimetterci mano, da parte del Governo, che tuttavia si è intiepidita nel corso dei mesi dopo l’insediamento dell’Esecutivo e prevale incertezza in tutti noi. Urge una discussione profonda delle sue funzioni, ma anche della sostenibilità economica. Lo dico con deferenza e amicizia all’amico Andrea Pellicini di cui condivido l’idea: si torni a votare per le Province, Province nei loro pieni antichi poteri di manovra a beneficio dei cittadini amministrati. Sono certo che Andrea, che ben conosce Villa Recalcati per averci lavorato all’interno come assessore per molti anni, vorrà e potrà essere latore con il Governo di queste nostre istanze». La coalizione politica sorta a Villa Recalcati può costituire un laboratorio da esportare?
Il servizio completo sulla Prealpina di sabato 26 ottobre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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