L’ITINERARIO
Remeron, un giorno da esploratori

Vivere un’avventurosa escursione verso il centro della Terra e attraverso la geologia varesina, conoscendo la formazione delle grotte con un percorso adatto ad adulti e bambini e scoprendo la Grotta Remeron, situata fino a circa 50 metri nel sottosuolo. Fino a ottobre sono una ventina le date previste per visitare la grotta più famosa e, allo stesso tempo, accessibile nel Varesotto. (Info e prenotazioni su grottaremeron.com).
IL PERCORSO
L’inedita escursione parte dalla Colonia Rossi di via al Piano 3, a Barasso, da dove si viene accompagnati lungo percorso didattico da compiere a piedi di circa 3 chilometri e un dislivello di 250 metri. Il sentiero, situato sul comprensorio del Campo dei Fiori è relativamente semplice e, quindi, per parteciparvi basta rispettare i normali accorgimenti per le escursioni in montagna. La visita dura complessivamente 3 ore, comprendendo l’ora di avvicinamento e di ritorno al punto base. Il clou della giornata parte però varcando l’ingresso turistico della Remeron, dove si passa da un pertugio di circa un metro e mezzo per due. Dopo pochi passi ci si trova dinnanzi a un cammino suborizzontale che, con gradini in pietra, conduce alla prima sala della Remeron. Fronteggiando il primo impatto con la temperatura interna di circa 8 gradi, si percorrono i gradini in pietra della prima parte del percorso, accompagnati ancora dalla luce esterna che rapidamente scompare, lasciando spazio alla penombra e alle luci artificiali.
L’INGRESSO TURISTICO
Superata la prima sala, inizia la discesa lungo la Via del fondo, dove si possono iniziare a comprendere le vere dimensioni della Remeron e lo stupore provato da Luigi Vittorio Bertarelli quando, nel 1900, iniziò l’esplorazione di questo antro. La discesa porta sino a quota -48 metri dall’ingresso turistico, e permette di vedere concrezioni naturali su un’intera parete, piccole stalattiti in formazione e i pozzi da cui ha inizio il percorso speleologico, riservato agli esperti degli antri sotterranei. Da quota -48 si risale di qualche metro sino ad arrivare al Grande salone, sormontato da due camini ancora inesplorati e dove, ogni anno, viene celebrata la messa.
LE RACCOMANDAZIONI
Alcune raccomandazioni per la visita: vista la temperatura bassa e l’umidità al 96%, si consiglia di coprirsi con una maglia o una felpa e sono necessarie calzature chiuse con la suola di gomma. All’interno è vietato toccare le concrezioni e le pareti della grotta, mentre è possibile scattare delle fotografie solo durante le soste e mai durante gli spostamenti. Durante le spiegazioni, si raccomanda il massimo silenzio, anche per godersi al meglio il “non rumore” delle viscere dalle Prealpi. In grotta non si mangia non si possono portare bevande zuccherate per evitare di contaminare l’ambiente con residui organici. Vietati anche bastoni, ombrelli, cavalletti, borse fotografiche, zaini e borse ingombranti che verranno lasciati in un locale fuori dalla grotta chiuso a chiave. Inoltre è possibile portare animali all’interno e, dato l’elevato numero di gradini, i percorsi non sono adatti alle persone affette da disabilità motorie, in quanto non è possibile accedere alla grotta con sedie a rotelle o stampelle.
LA STORIA
L’esplorazione delle grotte di Remeron viene documentata per la prima volta nel 1900 da Luigi Vittorio Bertarelli che vi si recò assieme all’amico, compagno di viaggio Luigi Orrigoni, imprenditore milanese, fondatore della prima zincheria italiana e proprietario di una villa a Barasso. Ad accompagnarli c’erano anche due sacerdoti locali, don Luigi Tadini, di Comerio e don Giacomo Pensotti, di Barasso. L’avventura venne descritta in un articolo apparso sulla “Rivista mensile del Touring club italiano” e intitolato Una gita sotterra in cui la narrazione alterna momenti di suspence per l’oscuro e l’ignoto che i protagonisti vanno esplorando a descrizioni di carattere prettamente manualistico, focalizzate sull’attrezzatura impiegata e l’itinerario seguito. Insomma, un po’ quello che, oltre 120 anni dopo, possono provare ancora oggi gli escursionisti che vi si avventurano.
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