I PROBLEMI DEL BORGO
Sacro Monte, addio al Ristorante Milano
L’amato locale chiuderà a dicembre: «Trasporto pubblico insufficiente e pochi parcheggi». Una storia lunga 63 anni con la stessa famiglia: «Oggi costi troppo alti»

Dopo 63 anni, la passione c’è ancora. La passione per il lavoro e per il lavoro in un posto come questo, al Sacro Monte e alla fine del Viale delle Cappelle. C’è l’orgoglio per un risotto diventato quasi mitico e per i più recenti e sontuosi maxi-aperitivi, un’idea nata durante i lockdown. E ci sono anche i clienti, tutto sommato, pur con tutti i problemi collegati al tema “accessibilità” nel sito Unesco sopra Varese. «Ma non ce la facciamo più con i costi, se mettiamo insieme le tasse, quelli dell’energia e quelli che dobbiamo sostenere per i dipendenti». Aggiungiamo un po’ di stanchezza nella generazione che potrebbe essere già da un pezzo in pensione, ed ecco la notizia: il Ristorante Milano, in via Assunzione al Sacro Monte, chiuderà nella settimana prima di Natale. E i due gestori attuali, Vittoria Pol, 74 anni, e Gabriele Somaruga, 49, madre e figlio, eredi di un’attività iniziata nel 1961 dai genitori di lei e nonni di lui, inevitabilmente aprono il libro dei ricordi. Ma non solo, perché la loro analisi dei problemi del borgo, soprattutto dal punto di vista dei trasporti e dei parcheggi che mancano, è lucida e acuta. E viene da pensare che forse Gabriele potrebbe anche continuare a servire i suoi affezionati clienti se il contesto fosse meno sfavorevole. Del resto, se una volta al Sacro Monte c’erano una decina di ristoranti, e oggi il conto si è dimezzato, una ragione ci sarà, anche se non mancano sfide imprenditoriali recenti e di successo.
L’ULTIMO AUTOBUS ALLE 20:30
«Possiamo dire che i problemi del Sacro Monte oggi sono gli stessi del 1961 – dicono Vittoria e Gabriele –. Il turismo è cambiato, una volta c’erano i villeggianti, c’erano i pullman che portavano comitive di pellegrini, molto diminuiti dopo il Covid, c’erano gli anziani che portavano i nipotini e c’erano le bancarelle che accoglievano i visitatori, ma tutto sommato la clientela c’è ancora. E per esempio questa estate abbiamo visto tanti stranieri. Il problema è che non riusciamo a far quadrare i conti per l’aumento delle spese. E che la situazione del trasporto pubblico e dei parcheggi non ci aiuta per niente. L’ultimo autobus per scendere è alle otto e mezza di sera, orario certo non favorevole per chi vuole cenare e non vuole usare la macchina, mentre la funicolare chiude il servizio alle 18.10 dal giovedì alla domenica, un’ora più tardi d’estate, e in passato è stato inutile chiedere un’ultima corsa alle 22 nella bella stagione. E poi c’è appunto il problema dei parcheggi. Sa quanta gente prenota e poi disdice pochi minuti prima, dicendo che è arrivata al Sacro Monte, ma non trova posti auto ed è costretta a scendere in centro? Progetti di parcheggi ne abbiamo visti diversi negli anni, forse come in altre località simili al Sacro Monte bisognerebbe realizzarli».
«EVITARE LA CHIUSURA PREVENTIVA»
Vittoria e Gabriele non sono contro la chiusura del borgo per principio: «Quello da evitare è la chiusura preventiva: bisognerebbe mettere la Polizia locale a presidiare la strada per il Sacro Monte e chiudere quando l’affluenza è arrivata al limite. E a proposito di Polizia locale, registriamo, diciamo così, la “poca clemenza” di chi arriva e fa le multe. Una volta, il sabato mattina dopo il rosario, avevamo il locale pieno per le colazioni, oggi non è più così: finito il rosario, via di corsa per non prendere la multa». Qualcosa che è cambiato in positivo negli ultimi anni? «Poco e niente, e non è questione di colore politico: rosso, verde, giallo o blu è uguale. Ci hanno asfaltato la strada di recente, se proprio vogliamo trovare qualcosa. L’assessore Perusin viene in giro, si dà da fare, ma ottiene uno quando chiediamo dieci, evidentemente non ha troppo spazio di manovra. Siamo sicuri che alle prossime elezioni si tornerà a parlare molto del Sacro Monte e a fare promesse, ma poi tutto resterà come prima».
QUALE FUTURO?
Archiviata l’era Pol-Somaruga (papà Luciano, quasi 80 anni, è a riposo da un bel po’, ma ancora bazzica in giro e non fa mancare i suoi consigli), arriverà un nuovo gestore? Al momento non c’è nulla di certo, anche perché la famiglia è radicata al Sacro Monte e abita negli alloggi sopra il ristorante, che una volta erano stanze d’albergo. E in ogni caso tra poche settimane il Ristorante Milano così come l’hanno conosciuto generazioni di varesini, e non solo, non ci sarà più. Una grande perdita, testimoniata dall’affetto con cui già in questi giorni clienti e amici avvolgono i proprietari.
Il servizio completo sulla Prealpina di venerdì 18 ottobre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
© Riproduzione Riservata