L’ITINERARIO
Sentirsi parte della natura al cospetto dei ghiacciai

Quest’estate sono apparsi rugosi, ingrigiti e si stanno ritirando quasi a vista d’occhio. Anche per questo, come avviene con una nonna di una certa età, gli si vuole ancora più bene.
Sono i ghiacciai alpini, protagonisti, a malincuore, della cronaca degli ultimi mesi ma che, pur nella loro drammatica sofferenza, rappresentano uno spettacolo con pochi eguali per chi vuole stupirsi di fronte alle prodezze della natura. Per ammirarli in tutta la loro grandezza, uno dei luoghi maggiormente indicati è l’Alta Engadina: valle svizzera, non proprio a buon mercato, a circa tre ore dalla provincia di Varese, dove laghi e montagne danzano tra dolci vallate e aspre altezze, a partire dal monumentale complesso dei 4.000 del Bernina.
In quest’area, tra Pontresina e il Passo del Maloja, ci sono diverse escursioni facilmente accessibili che portano proprio al cospetto dei ghiacciai e (neve permettendo) anche facilmente transitabili fino a ottobre.
La più appagante tocca la Chamanna Coaz, rifugio situato a 2.610 metri e circondato dalle vette impressionanti del Bernina. Qui i ghiacciai sono praticamente dei compagni di gita e sembra quasi entrarci dentro da un momento all’altro. La capanna è facilmente raggiungibile dalla funivia Corvatsch che sale da Silvaplana e arriva alla Fuorcla Surlej, in due ore e mezza. Oppure si può salire con un itinerario decisamente più lungo da Pontresina, attraverso la Val Roseg, dove sembra di essere catapultati nelle ampie lande del Canada e delle Montagne rocciose.
L’altra escursione che permette di essere a tu per tu col ghiacciaio raggiunge la Capanna del Forno, con vista sull’omonimo ghiacciaio. Partendo dal Passo Maloja, anche in questo caso ci si addentra in una valle lunghissima, finché non si arriva al cospetto di questa lingua di ghiaccio che, come un’autostrada bianca, scende dai versanti e arriva quasi in piano. Lungo questo percorso vi è da rimanere incantati ogni volta che si alza lo sguardo nel vedere come questo gigante bianco rimasto lì per milioni di anni, ora si sta lentamente rannicchiando su se stesso, quasi a voler evitare un destino scritto. Se si vuole arrivare all’altezza dei ghiacchiai del Bernina, la via più diretta è invece quella di prendere la funivia del Diavolezza. Una volta arrivati in cima, a circa 3.000 metri, partono anche alcuni sentieri tutto sommato semplici, che permettono di contemplare la maestosità del ghiaccio. Chiaramente, soprattutto in questo caso, si consiglia di scegliere una giornata tersa, oltre a tutte le precauzioni necessarie in montagna: scarponi e abbigliamento adatto, valutazione delle proprie capacità e dell’allenamento, eccetera.
Un altro luogo da visitare assolutamente è l’Alp Grüm, raggiungibile solo a piedi o col trenino, che qui compie una delle sue più spettacolari curve panoramiche. Da lassù si apre una vista che toglie il fiato sulla Valposchiavo fino alle Alpi bergamasche. Lo sguardo si estende sul Curnasel e scende sull’Alp Palü, un grazioso angolo della Valposchiavo, sul laghetto turchese che riflette il ghiacciaio, rimane impigliato tra i larici, scivola sui torrenti e sulle cascate schiumose verso i profili rocciosi del Piz Caral, Piz Palü, Piz Canton e Piz Varuna.
Insomma, nella zona Bernina Glaciers, collocata tra l’Engadina e la Valposchiavo, i visitatori possono vivere in prima persona lo splendore dei ghiacciai. La vista mozzafiato dalla Diavolezza sul massiccio del Bernina, il sentiero tematico che conduce al ghiacciaio del Morteratsch e le interessanti marmitte dei giganti a Cavaglia hanno come comune denominatore il ghiaccio perenne. Grazie alla Linea del Bernina (quella del trenino rosso), appartenente al Patrimonio mondiale Unesco, i punti più attraenti dell’area Bernina sono ben collegati e quindi facilmente raggiungibili. Lungo il percorso, i passeggeri scoprono paesaggi di eccezionale bellezza, un confine meteorologico, culturale e linguistico, strutture ricettive originali, numerosi sentieri escursionistici e bike e specialità gastronomiche.
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