CONTROPASSATO PROSSIMO
«Sparai a Reagan per amore di Jodie Foster»

Washington, lunedì 30 marzo 1981, ore 14.27. Il presidente Ronald Reagan, in carica da soli 69 giorni, esce da una porta secondaria dell’Hotel Hilton, dopo aver tenuto un discorso alle rappresentanze sindacali. Di fronte a lui, a soli cinque metri, una piccola folla lo saluta.
Tra loro John Hinckley: texano, figlio di petrolieri, 25 anni. È affetto da disturbi mentali, e soprattutto ha in tasca una calibro 22.
Cinque anni prima Hinckley ha visto “Taxi Driver”, il film con Robert De Niro e la quattordicenne Jodie Foster, che interpreta la prostituta Iris. E si è follemente innamorato: l’ha tempestata di lettere, telefonate, poesie. Un amore paranoico e frustrante perché, naturalmente, la Foster non lo ha corrisposto.
Così, ha pensato a un gesto eclatante: prima ha meditato di dirottare un aereo, poi ha cambiato piano. Doveva essere comunque – disse poi – «il più grande atto d’amore nella storia dell’umanità».
Reagan di solito indossa un giubbotto antiproiettile. Ma quel giorno non è necessario: deve percorrere solo 10 metri tra il marciapiede e l’ingresso dell’Hotel. All’esterno un giornalista gli urla «Signor Presidente!» per attirare la sua attenzione. Reagan d’istinto si volta, e in quel momento Hinckley spara sei colpi.
Tre uomini cadono in terra, Jerry Parr – un agente del “secret service”, la scorta del presidente – “getta” di peso Reagan nell’auto e gli si butta sopra per fargli scudo. La limousine parte a gran velocità verso la Casa Bianca, la gente urla e Hinckley viene immediatamente placcato dalla sicurezza.
Sono passati solo pochi secondi: «Rawhide is ok», dice Parr al microfono. È la frase in codice: il presidente è illeso, non ci sono ferite evidenti.
Invece Reagan ha un dolore lancinante sul lato sinistro, fatica a respirare, schiuma dalla bocca e inizia a sputare sangue. La limousine allora cambia strada e arriva all’Ospedale George Washington a sirene spiegate.
Reagan è lucido, riesce a entrare al Pronto soccorso sulle sue gambe, ma immediatamente crolla per terra. Nel caos – tra poliziotti, infermieri, curiosi, – lo portano in rianimazione: sono passati nove minuti dagli spari. E non ci sono segni evidenti di ferite.
Finalmente qualcuno capisce: rimbalzato sulla carrozzeria, un proiettile è passato nei due centimetri tra l’auto e la portiera aperta, ha colpito Reagan sotto l’ascella, gli ha perforato il polmone e si è fermato a 25 millimetri dal cuore. Il presidente ha una emorragia e sta morendo. Bisogna operare.
La notizia fa il giro del mondo: l’America si ferma col fiato sospeso, anche Wall Street sospende le contrattazioni.
Nancy, la moglie, arriva all’Ospedale mentre Reagan sta entrando in sala operatoria, steso sulla barella. «Tesoro, mi sono dimenticato di schivarlo» le sussurra. Del resto Reagan era un attore e aveva il senso della battuta.
Poco dopo, tutto è pronto per l’operazione. Un attimo prima di addormentarsi per l’anestesia Reagan riesce a togliersi la mascherina. Fissa dottori e infermieri e dice: «Spero proprio che qui dentro siate tutti repubblicani!». Appunto, il senso dello spettacolo.
L’operazione dura tre ore e, come noto, solo dieci giorni dopo Reagan torna al lavoro e la crisi viene superata.
Al processo Hinckley fu dichiarato incapace di intendere e di volere. Finì nel manicomio criminale St. Elizabeth. Rilasciato nel 2016, gli è stato espressamente vietato di collezionare cimeli di Jodie Foster.
L’anno prima era morto Jerry Parr, l’uomo che aveva salvato il presidente. «Se Jerry non avesse badato a Ronald, quel giorno avrei perso mio marito», disse Nancy al funerale. In effetti, Jerry Parr voleva lavorare nella scorta presidenziale sin da piccolo, dopo aver visto “Code of the Secret Service”, un vecchio film del 1939, e ne era rimasto affascinato.
Il protagonista era proprio Ronald Reagan e interpretava – appunto – un agente della scorta presidenziale. Nondimeno, Reagan lo aveva definito «il peggiore che abbia mai interpretato». Sarà stato anche un brutto film, ma gli aveva salvato la vita. La Storia, talvolta, è veramente bizzarra.
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