TECNOLOGIA
Bambini e tablet, i consigli degli esperti

Bambini e dispositivi elettronici: tablet e smartphone sì, tablet e smartphone no, tablet e smartphone quando e come.
In un mondo che vede i dispositivi elettronici ormai parte della vita quotidiana ed essenziali per informarsi, tanti sono anche gli allarmi lanciati dagli esperti sul loro utilizzo, soprattutto come video, in maniera prolungata da parte dei bambini. Nei quali possono sviluppare problemi visivi e anche del linguaggio o relativamente al peso corporeo.
«Personalmente – commenta Silvana Bovino, ortottista al policlinico San Pietro di Ponte San Pietro, Bergamo, con oltre quarant’anni di esperienza in ambito ortottico - non ritengo si debba evitare totalmente l’uso di questi dispositivi, che sono parte integrante della vita moderna e che hanno in molti modi contribuito allo sviluppo dell’apprendimento e a facilitarci la vita. Dalla mia esperienza, però, sarebbe bene evitarne totalmente l’uso fino a circa tre anni. Da questa età in poi, è invece necessario che i genitori seguano una serie di accorgimenti per limitarne e prevenirne i danni».
Dai tre anni in poi, i consigli per monitorare l’uso dei dispositivi sono semplici, ma importanti. «Il consiglio – prosegue Bovino – è di limitare il tempo di utilizzo a circa mezz’ora se continuativo, per un totale di circa un’ora al giorno, e di controllare le modalità di utilizzo dei dispositivi, che devono stare a non meno di trenta centimetri dagli occhi. Inoltre tale utilizzo va intervallato ad attività che richiedano diverso uso e sforzo dell’occhio, come la lettura o i giochi da tavolo».
Segnalazioni di altri possibili problemi arrivano dal campo della logopedia: un uso in età troppo precoce dei tablet può far registrare un aumento dei casi di bambini con ritardi nello sviluppo del linguaggio.
«Un’analisi sulla quale concordo – ammette anche Giovanna Gaeta de Carlo, logopedista fondatrice della sezione di Napoli dell’Aid, associazione italiana dislessia -, ma ritengo anche che la responsabilità non sia dello strumento in sé, tantomeno dei bambini, ma dell’atteggiamento dei genitori che invece di parlare con i propri figli li lasciano troppo tempo con in mano cellulari e iPad, che non parlano e non stimolano il bambino a parlare».
Va però anche aggiunto che un uso invece consapevole dei nuovi dispositivi elettronici apre notevoli possibilità di apprendimento proprio a chi manifesta situazioni quali la dislessia.
«In questo senso – prosegue Gaeta de Carlo – sull’iPad si tengono caricati i libri di testo in formato digitale, forniti tra l’altro gratuitamente dall’Aid. Si ascoltano attraverso la sintesi vocale».
IPad e pc possono dunque avere programmi che aiutano a studiare, a creare mappe. E accanto a software specifici per i disturbi dell’apprendimento e in particolare per la dislessia, ne esistono anche rivolti a tutti, con spiegazioni a docenti e genitori su come usare al meglio gli strumenti digitali in qualsiasi ambito didattico.
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