LE ORIGINI
Terme, fonti di storia e benessere

A pensarci così, di primo acchito, potrebbero venire in mente una gelida manina appoggiata mollemente su un petto spossato dalla tisi, qualche aristocratico colpo di tosse, pallidi gentiluomini che tra una tappa e l’altra del Gran Tour si fermano per fare due suffumigi e ritemprare le consunte membra. Correndo con la fantasia ai tempi andati in cui, chi poteva, frequentava le strutture termali sparse in tutta Europa l’immagine che fa capolino potrebbe essere questa, forse con un pizzico di romanticismo rafforzato dalla visione di qualche film e dalla lettura di alcuni romanzi.
METE MONDANE DAL XIX SECOLO
Ma la realtà era ben diversa, fermo restando la sicura presenza di fanciulle dalle fredde appendici: dalla Svizzera alla Germania, dall’Italia all’Inghilterra, dalla Francia alla Spagna le località termali non erano solo luoghi dove curare acciacchi e malanni grazie alla presenza delle sorgenti minerali, ma divennero mete mondane e rinomate soprattutto a partire dall’inizio del XIX secolo. Nobili e ricca borghesia, poeti e artisti, politici e intellettuali presero a trascorrere periodi di riposo e sollazzi a Baden Baden in Germania, a Bath nel Regno Unito, ad Abano Terme in Italia, a Vichy in Francia. Conosciute fin dall’antichità, queste località rinacquero dopo il lungo declino che conobbero con la fine dell’Impero Romano e divennero non solo luoghi di ricerca del benessere fisico, ma crocevia di scambi culturali e di divertimento. Sorsero, infatti, hotel lussuosi e teatri, casinò e ristoranti, parchi e giardini curati, sale per i concerti che videro l’affermarsi di nuove architetture e stili, come l’Art Nouveau e il Liberty.
UN’ISPIRAZIONE PER ARTISTI E SCRITTORI
Le atmosfere di queste città eleganti e di gran moda divennero ispirazione per scrittori, pittori e artisti. Il compositore Giacomo Piccini lavorò a una parte de “La Bohème” mentre si trovava a Montecatini Terme, la scrittrice Jane Austen ambientò il romanzo “Persuasione” a Bath dove lei stessa aveva vissuto evocandone scorci e “sapori”, Fëdor Dostoevskij scoprì nei casinò di Wiesbaden il gioco d’azzardo che poi raccontò nel libro “Il Giocatore” scritto per ripagare i debiti fatti alla roulette russa proprio alla stazione termale tedesca. Insomma, un vero e proprio fenomeno avvenuto nel Vecchio Continente che unì arte e bellezza, cura del benessere e cultura, e che brillò per quasi due secoli per finire con l’inizio della Prima Guerra Mondiale.
LE GRANDI CITTÀ TERMALI D’EUROPA
Ma per non dimenticare i fasti di questi centri termali nel 2006 l’Unesco ha voluto la creazione di “Grandi città termali d’Europa”, un patrimonio dell’umanità formato da un gruppo di undici località, tra le quali Montecatini Terme, per valorizzare e promuovere questa tradizione. Anche la Comunità Europea nel 2009 ha creato un’associazione, la European Historic Thermal Towns Association, che conta a oggi quasi cinquanta città: una rete interconnessa di realtà dove il termalismo è radicato e che permette di collaborare alla ricerca scientifica, alla conservazione del patrimonio architettonico e artistico, allo sviluppo del turismo dedicato.
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