BIODANZA
Movimento e pensiero in armonia

Non semplice sport, ma un vero e proprio stile di vita: parliamo della Biodanza, una disciplina che esiste da quasi mezzo secolo ma che è ancora poco conosciuta in Italia, dove è arrivata più di 30 anni fa. Cavalcando l’onda delle discipline olistiche, sempre più interessanti per il pubblico in quanto considerano corpo e mente a 360 gradi, può essere l’occasione per scoprirla e, perché no, per sperimentarla.
La Biodanza è stata creata dall’antropologo, psicologo e poeta cileno Rolando Toro, scomparso nel 2010. Inizia a svolgere le prime ricerche nel 1965 su un gruppo di malati dell’ospedale psichiatrico di Santiago del Cile. Rolando comprende subito che danza e musica smuovono l’inconscio, stimolando due poli: da un lato il rafforzamento, dall’altro la regressione dell’identità.
Inizialmente Toro conia il nome “psicodanza”, ma poi il cambia il termine scegliendo Biodanza, ovvero “danza della vita”: un’esperienza totale che porta benefici a corpo e mente.
I tre elementi di base sono: movimento, dove il corpo diventa il protagonista, mettendo da parte la razionalità; musica, che accompagna ogni esercizio e ha influenze positive; gruppo, ovvero il legame con gli altri partecipanti. C’è poi un altro termine profondamente legato a questa disciplina, ovvero “vivencia”, che significa vivere il “qui ed ora”: un modo per liberarsi dalle ansie e dalle paure di passato e futuro. A sua volta, questo vocabolo racchiude altri 5 elementi-chiave, ognuno dei quali viene stimolato con diversi esercizi specifici: vitalità, creatività, affettività, sessualità e trascendenza: quest’ultimo è la capacità di andare oltre il proprio ego.
Gli esercizi sono moltissimi: si parte dalle camminate semplici, poi si passa ai salti e agli esercizi a terra. Possono essere eseguiti individualmente, in coppia o appunto in gruppo; ci sono parti più lente e leggere, altre più intense ed energiche. Un esercizio particolare si chiama “eutonia“, ovvero il contatto con i polpastrelli delle mani. Ogni lezione si apre e si chiude con la ronda, ovvero un girotondo: il cerchio è una forma fondamentale, rappresenta infatti il ciclo vitale e anche la stessa specie umana.
L’insegnante varesina di Biodanza Alessandra Marra spiega che, anche se questo per le discipline corporee non è un momento facile, si può comunque praticare ciò che si ha imparato: «In questo periodo di distanziamento sociale, pur essendo impossibile praticare Biodanza in maniera tradizionale - spiega la maestra - possiamo fare tesoro dei suoi insegnamenti, magari col sottofondo di una buona musica: ascoltare i messaggi del nostro corpo, rispettare i nostri ritmi fisiologici e i ritmi della natura, vivere pienamente il qui e ora, accogliere ogni esperienza come un’occasione di crescita. Possiamo portare a chi soffre la nostra empatia, la nostra compassione, la solidarietà e - prosegue Marra - ricordarci che siamo tutti parte di una grande rete: io sono io e tu sei tu, ma, al contempo, io sono te e tu sei me. In attesa di poterci riabbracciare».
Attualmente Alessandra, che è anche psicologa e insegnante di Mindfulness, in questo periodo sta tenendo gruppi alternativi con brevi esercizi: «Non sono proprio dei videocorsi, facciamo delle stanze Zoom. Poi siamo tutti in attesa che finisca questo periodo, per riprendere i corsi a Calcinate del Pesce appena si potrà».
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