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I grandi sassi protagonisti del tempo

Improvvisamente può spuntare dal bosco o impreziosire una radura, accogliendo i camminatori con la sua maestosità. Si chiama «masso erratico» ma, invece che «errare» (vagare) magari è fermo lì da millenni. Rappresenta, infatti, uno dei ricordi delle glaciazioni, perché si tratta di un grande blocco di roccia che è stato trasportato a fondovalle da un ghiacciaio e lì ci è rimasto. E così, secoli dopo secoli, diversi massi erratici hanno alimentato leggende e miti nelle varie popolazioni locali che se li sono trovati «in casa». Mentre oggi, questi sassoni sono diventati campo di attività di una particolare categoria di rocciatori, i boulderisti.
Nella parte settentrionale della pianura Padana e nel Varesotto, come spiega Alberto Senaldi dell’associazione Italia Nostra «si trovano numerosi massi erratici, detti anche trovanti, costituiti da monoliti di notevoli dimensioni di origine glaciale che affiorano sulla superficie del terreno. Considerati beni naturali, sono tutelati e talvolta hanno una valenza archeologica per la presenza di incisioni rupestri. Nonostante il deterioramento dovuto agli agenti atmosferici e alle mutilazioni per opera dell’uomo per fornire materiale da costruzione, molti di questi massi sono giunti ai nostri giorni e facilmente visitabili. Anche la provincia di Varese è ricca di questi reperti che meritano una tutela e la necessaria valorizzazione culturale. Quando trattiamo i massi erratici del nostro territorio - aggiunge Senaldi - dobbiamo ricordare Giuseppe Nangeroni, geologo che dedicò gran parte della sua vita accademica allo studio dei fenomeni geologici e glaciali». Ecco una carrellata dei più significativi presenti nel Varesotto: Sass dul Carbunöö di Cuirone, Vergiate: sul Monte Carbonaro, in mezzo al bosco si trova un enorme masso erratico che proviene dal Lucomagno. Di circonferenza pari a 30 metri, è alto 2,30 metri e porta il nome del luogo che lo ospita, dove si presume si trasformava la legna di scarto e fascine in carbonella per uso domestico dei fornelli e ferri da stiro.
Per visitare il Sass dul Carbunöö bisogna percorrere a piedi il sentiero di circa 45 minuti, che dalla piazza di Cuirone si dirige verso la cappella di Maria Bambina per poi inoltrarsi a destra verso il monte Carbonaro, seguendo la segnaletica.
Sass di Biss di Somma Lombardo: nella brughiera del Vigano, sopra il fiume Ticino si trova questo masso erratico che rappresenta uno dei rari esempi di incisioni rupestri nell’area della civiltà di Golasecca e dove sono state individuate ben 77 segni di cui molte coppelle singole di forma circolare o ellissoidale. Il sito si può raggiungere a piedi in 20 minuti dalla strada Somma-Coarezza, prima del confine di Golasecca, un percorso spettacolare in mezzo alle conifere di pino silvestre, castagni e querce.
Sasso della Rossera di Masciago Primo: Si caratterizza per una tessitura cosiddetta «occhiadina», presentando cioè alcuni cristalli biancastri che hanno assunto una forma simile a quella di un occhio. È rotolato fin qui giungendo, probabilmente dal Gottardo o dal Sempione e ospita alcune incisioni rupestri.
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