MUSICA
Zarrillo canta e commuove Varese
Esibizione di successo di un interprete autentico della canzone melodica
Benché da non ascoltare mai, ma proprio mai, quando la tipa ti ha appena lasciato, Cinque giorni, del 1994, è la canzone di maggior successo di Michele Zarrillo. Di tali dimensioni da spingere il cantautore romano a intitolare Cinque giorni da 30 anni il tour con cui sta riempiendo i teatri d’Italia. Non fa eccezione il Teatro di Varese che ha accolto l’artista lasciando ben pochi posti vuoti e registrando una significativa presenza di giovani.
ESPRESSIONE AUTENTICA
La canzone melodica può piacere o non piacere, di certo Zarrilo ne rappresenta l’espressione più autentica. Come autore e interprete ma anche come modo di fare. Sempre ben lontano dalle polemiche, tanto nelle stagioni di gloria quanto in quelle opache (non tutti i 13 Sanremo sono andati secondo le aspettative ma in carriera ha venduto più di 4 milioni di dischi), sul palco appare partecipe dei sentimenti che racconta. Da Una rosa blu a La notte dei pensieri, da Ragazza d’argento a L’elefante e la farfalla, si capisce che crede in quello che fa e soffre o gioisce con i personaggi e gli stati d’animo inventati o presi dalla strada e messi tra le note. Commuove e si commuove soprattutto nell’epico finale ma anche quando esegue al piano L’acrobata.
CHITARRA E BAND
Tastiere a parte, il caro Michele se la cava egregiamente anche con la chitarra, specie elettrica, e, accompagnato da una band con i controfiocchi, rende dal vivo il suo repertorio più robusto e ruvido che su disco. Del resto Zarrillo a inizio anni Settanta frequentava Il Rovescio della Medaglia, dunque quella che, per dirla con l’upper class, è una buona scuola di musica.
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