L’ANALISI
Banche, dimezzati dipendenti e filiali
Ecco com'è cambiato il settore nel Varesotto negli ultimi 15 anni
C’erano una volta i bancari: un popolo nutrito, invidiato, con buone aspettative di carriera e un destino di benessere. Tutto scomparso? Non proprio. Ma oggi di sicuro si sente il peso della crisi, nonostante condizioni discrete rispetto ad altre categorie. Anche alle nostre latitudini, comunque, la mannaia è calata sugli istituti, alcuni storici, coinvolti negli accorpamenti epocali. Come conferma il coordinatore provinciale di Fabi, il sindacato di categoria più rappresentativo, Alessandro Frontini, «negli ultimi 15 anni si è dimezzata la forza lavoro e hanno chiuso molte filiali. Oggi contiamo circa 250 sportelli in provincia di Varese e circa 2.300 dipendenti, la metà rispetto al recente passato. Detto questo, il nostro contratto è molto forte e consente fuoriuscite volontarie, evitando lo spettro di licenziamenti collettivi o costrizioni che riguardano altri. Nell’era degli accorpamenti e delle fusioni, quando questi piani vengono calati a terra le operazioni incidono su due fattori: gli esodi volontari, grazie appunto al nostro contratto nazionale, e le chiusure di filiali, anche sul nostro territorio. Un trend che in realtà riguarda molte altre attività: pensiamo al commercio di vicinato rispetto ai grandi centri commerciali».
Poli strategici addio
Non è solo questione di quantità ma anche di qualità: «Prima il territorio poteva contare su molte sedi direzionali, per esempio con Ubi ma anche nel caso di Banco Bpm - prosegue Alessandro Frontini -. Oggi non ci sono uffici in cui si prendono le decisioni, portati spesso nei grattacieli di Milano, con migrazioni anche degli addetti. Un effetto accentratore che ha svuotato questo ambito a Varese». Con le ultime trattative andate in porto si apre la strada anche a ingressi di giovani, pur con inquadramenti diversi rispetto al passato. Un tempo il ragazzo neodiplomato entrava in banca dallo sportello, iniziava a “maneggiare” le banconote interagendo con la clientela, annusando il mestiere passo dopo passo. Oggi spesso i neolaureati vengono inseriti subito sul lato tecnico-finanziario, in linea con lo sviluppo digitale ormai dominante. Ma se i millennials evitano di andare fisicamente allo sportello per fare un’operazione e sono abituati a gestire tutto con un clic (persino per l’acquisto di una casa), chi ha qualche anno in più sulle spalle fatica ad abituarsi a un mondo smaterializzato.
Generazioni a confronto
E proprio le evoluzioni più recenti del settore del credito hanno portato in questa direzione: nei paesini stanno sparendo tutte le sedi, che vengono accentrate nelle città, con tutte le difficoltà di spostamento o delega che hanno le generazioni dai capelli bianchi. Tutto il settore dimagrisce a livello nazionale. Il numero totale degli sportelli bancari in Italia è in costante calo: dalle 20.000 unità di fine 2023, si è scesi per la prima volta sotto questa soglia psicologica, con un calo ulteriore a circa 19.655 registrato al 31 dicembre 2024, secondo i dati Abi. E così i dipendenti: 260.000 in tutto lo Stivale. E la discesa non si ferma.
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