IL RICORDO
Buon compleanno Daniele: un ulivo in suo ricordo
Oggi il bambino ucciso dal padre avrebbe spento 11 candeline. Gli auguri di mamma Silvia

«Buon compleanno Daniele, sei il nostro Piccolo Principe». Il messaggio di auguri è di Silvia Gaggini, mamma del bimbo ucciso dal papà l’1 gennaio 2022 e che oggi, venerdì 6 giugno, avrebbe spento undici candeline sulla torta. Una data che quest’anno coincide con l’ultimo giorno di scuola dei suoi compagni. Per questo stamani nel giardino dell’istituto comprensivo “Don Guido Cagnola” è stato piantato un ulivo in memoria del bambino.
ULIVO, SIMBOLO DI PACE
Un’iniziativa dal forte valore simbolico voluta dalla madre e dai nonni, e accolta favorevolmente dall’amministrazione comunale. «Un segno tangibile di unità e memoria - scrive l’assessore all’Istruzione Silvia Lorusso - Un legame tra la famiglia, la scuola e il territorio in cui vive indelebilmente il ricordo di Daniele. L’ulivo, da sempre simbolo di pace e di vita, rappresenta, con le sue radici, i passi, i sorrisi e le amicizie che Daniele ha coltivato qui e, con i suoi rami, quel ponte ideale tra la terra e il cielo, quel mondo non tangibile ma capace di tenerci uniti». Che il bimbo, nella sua breve esistenza spezzata dalla mano di colui che lo avrebbe dovuto proteggere, abbia lasciato un segno indelebile nella comunità in cui è cresciuto, lo dimostra anche la grande partecipazioni a tutte le manifestazioni organizzate in suo ricordo. Come lo Smile Day di sabato 24 maggio, una giornata di giochi ma anche di riflessione in quell’oratorio di Schianno in cui amava trascorrere le giornate divertendosi e dove, grazie al suo sorriso e alla sua voglia di vivere, ha saputo farsi amare da tutti.
IL PICCOLO PRINCIPE
«Non so dove vanno le persone quando scompaiono, ma so dove restano», dice il protagonista del capolavoro di Antoine de Saint Exupéry. E Daniele, che amava quel libro (tanto che a lui è dedicata un’aula per la ludodidattica proprio a tema Piccolo Principe), è rimasto nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.
«UN ULIVO PER CELEBRARE LA VITA»
«Un ulivo per celebrare la vita, simbolo di pace e di legami che non si spezzano»: con queste parole la mamma di Daniele ha aperto la cerimonia in memoria del figlio, nel giorno in cui avrebbe compiuto 11 anni. Nell’ultimo giorno di scuola, l’Istituto Comprensivo di Gazzada Schianno ha scelto di ricordarlo nel modo più vivo possibile: piantando un albero.
L’ulivo, donato dalla famiglia, è stato collocato nel prato davanti alle serre della scuola che Daniele frequentava. Un piccolo albero, ma dal grande significato. Come ha detto il vicesindaco Silvia Lo Russo, durante la posa della targa commemorativa: «Continuerà a crescere, come crescerà l’amore per Daniele nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato».
Il momento di ricordo ha preso il via in classe, con la consegna dei pensieri scritti dai compagni a mamma Silvia e un grande abbraccio collettivo. Poi, nel cortile, la cerimonia è proseguita con la piantumazione dell’ulivo, la benedizione di don Stefano e le parole della madre di Daniele, visibilmente commossa. «Buon compleanno Daniele, sei il nostro piccolo principe. Con il tuo sorriso e la voglia di vivere hai saputo farti amare da tutti», ha detto.
Ai bambini, la mamma ha voluto regalare delle matite piantabili, simbolo di rinascita, accompagnandole con un messaggio: «Io mi prenderò cura dell’ulivo, voi dei giorni. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio». Don Stefano, benedicendo l’albero, ha ricordato con parole semplici ma profonde: «Quello che avete vissuto è stato drammatico, ma in maniera incredibile stanno nascendo da questo cose buone. Siamo capaci, con l’aiuto di Dio, di trovare in qualcosa di brutto e triste qualcosa di buono. Non lasciamo che il male abbia l’ultima parola».
In quel piccolo ulivo, con le radici ben piantate nella terra e i rami rivolti al cielo, oggi vive il ricordo di Daniele. Un legame che unisce la scuola, la famiglia e il territorio, in un abbraccio che non si spezzerà.
«LACERATA MA NON DISTRUTTA»
«Da tre anni a questa parte in diverse situazioni ed eventi ho incontrato parecchie persone e mai per caso: ognuno mi ha lasciato qualcosa, che sia un dono o una lezione - dice Silvia - Un buongiorno, un abbraccio e un sorriso alcune volte possono fare veramente la differenza. Spesso mi viene detto ”Non so come fai ad andare avanti”, e molte volte mi ritrovo davanti persone che fanno fatica a parlare con me. E nelle mille domande che mi fanno c’è sempre la stessa: “Qual è il dolore più forte che ho potuto sopportare?” Resto in silenzio, non perché non conosca la risposta, ma perché alcuni dolori non si possono spiegare con le parole. Ho pensato al dolore fisico, quello che segna la pelle. Ma il dolore più forte e intenso che abbia mai sopportato non ha lasciato cicatrici visibili; non sanguina e non può essere curato. È il dolore che si è conficcato nell'anima, che ha messo a tacere le mie risate, che ha reso i miei giorni lunghi e le notti insopportabili. E la cosa più folle? Sono sopravvissuta. Il dolore mi ha lacerata dentro, ridotta in brandelli, ma non mi ha distrutta. Perché alla fine ho scoperto che alcuni dolori non sono fatti per essere dimenticati, ma per essere trasformati… E forse la forza più grande che abbiamo è questa: quella di andare avanti, anche portando i segni invisibili di ciò che ci ha feriti».
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