L’EVENTO
Re Giorgio (Armani) a Brera
Alla Pinacoteca la mostra dedicata allo stilista
A cinquant’anni della rivoluzionaria creatività e del coerente percorso di stile di Giorgio Armani in mostra alla Pinacoteca di Brera di Milano fino all’11 gennaio: una selezione di abiti in un percorso di stile accanto alle opere che raccontano l’arte italiana dal Medioevo all’Ottocento.
Del resto, non solo il grande stilista recentemente scomparso ha più volte dichiarato il suo legame con Brera, quartiere in cui aveva scelto di vivere e di lavorare e di ammirava l’anima colta e vitale, la sua eleganza e libertà artistica, in un rapporto profondo riconosciuto dall’Accademia di Belle Arti, che nel 1993 gli conferì il titolo accademico per la coerenza della sua ricerca di stile, e il rigore con cui ha saputo unire la funzione alla fantasia dell’invenzione. Ma aveva avuto anche modo, nel suo libro autobiografico Per amore, di esprimere la sua idea sul concetto di mostra scrivendo: «Una mostra può essere vista in due modi. Da una parte c’è il soddisfacimento immediato dell’ego del creatore. Dall’altra c’è il valore didattico, la testimonianza unica che puoi offrire al pubblico, ma soprattutto ai giovani creativi, attraverso la tua opera: una sensazione che dura e appaga. Ecco, io sono interessato a questo secondo aspetto».
Ora, nella mostra/evento Giorgio Armani. Milano, per amore sono riunite oltre centoventi creazioni esposte per la prima volta o in altre importanti istituzioni museali nel mondo, in una selezione arricchita da nuove scoperte tratte da Armani/Archivio: una “sfilata” che ripercorre lo stile dello stilista reimmaginando il percorso della galleria d’arte, in una sorta di unione tra storia pittorica e storia della moda in un sorprendente susseguirsi di contrasti cromatici e materici, che, come sottolinea la vicedirettrice della Pinacoteca di Brera, Chiara Rostagno, va a creare una sorta di «unicum: un dialogo tra Giorgio Armani, il museo e il patrimonio artistico custodito».
Raccontando con gli abiti la varietà di temi e i codici che rendono unico e inconfondibile il lavoro e l’estro dii Armani: la rilettura della sartorialità, il senso unico della decorazione, la predilezione per i colori neutri ma mai piatti, l’amore per la ricchezza inaspettata di lavorazioni, trattamenti e ricami. Gli abiti sono esposti su manichini “invisibili”, proprio con l’obiettivo di permettere di apprezzare queste creazioni nella loro totalità.
«Giorgio Armani – aggiunge Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera - è stato una delle espressioni più alte della creatività italiana che si è esplicata nell’essenzialità e nel rigore delle forme, un rigore che da estetico è diventato etico, cioè ha permeato il suo modo di vivere e di lavorare. E in questo Giorgio Armani rappresenta al massimo grado il carattere di Milano. Armani è anche l’espressione più tipica della cultura di Brera, luogo unico nel mondo dove da cinquecento anni si fa arte, ricerca e innovazione».
E questa esposizione, che segna di fatto l’apertura della Pinacoteca alla moda come chiave di lettura della cultura e della società contemporanea, si declina come tappa di conoscenza e approfondimento della storia del costume, testimoniando concretamente la possibilità di dialogo tra linguaggi culturali diversi, che vanno a costituire una grande storia. E guardando con occhio attento alla società per comprenderne e analizzarne pienamente ogni aspetto, con particolare interesse per la contemporaneità e nella valorizzazione di legami e di espressioni artistiche multidisciplinari.
Sara Magnoli
© Riproduzione Riservata


