ALZATINE
Il panettone che non vuole passare inosservato
Sulla tavola delle feste una sua fetta è immancabile in conclusione di pranzi o cene
Si avvicinano le feste e compaiono ovunque i tipici dolci natalizi, uno in particolare che il mondo ci invidia, gli stranieri infatti impazziscono per questo prodotto che noi italiani esportiamo davvero in tutto il mondo, sto parlando del Panettone. Il panettone (in lombardo panetùn o panetòn) è un tipo di pane dolce originario di Milano, solitamente preparato e gustato in occasione del periodo natalizio nell’Europa occidentale, meridionale e sud-orientale, ma diffusosi anche in Sud America, Stati Uniti e Australia. Ha una forma a cupola e viene prodotto grazie ad un lungo processo che prevede la stagionatura dell’impasto, che è acido, simile al lievito madre. Il solo processo di lievitazione richiede diversi giorni, conferendo al dolce le sue caratteristiche distintive. Contiene canditi di arancia, cedro e scorza di limone, così come l’uvetta, che viene aggiunta secca e non ammollata. Viene servito a spicchi, tagliato verticalmente, e accompagnato da bevande calde dolci o da un vino dolce, come l’Asti o il Moscato d’Asti. In alcune regioni d’Italia viene servito con crema al mascarpone, una crema ottenuta unendo uova, mascarpone e un liquore dolce. Negli anni poi le varianti si sono succedute ad una velocità impressionante, dal semplice cioccolato ai più ricercati con pistacchi, frutta sino all’utilizzo di spezie. Le origini si perdono nella notte dei tempi e le leggende sono molte, tra le più accreditate quella che ci racconta il Gambero Rosso ovvero la storia di Toni risalente al 1495, che ci catapulta alla corte di Ludovico Maria Sforza, conosciuto come Ludovico il Moro signore di Milano. In occasione della Vigilia di Natale, i cortigiani erano riuniti attorno a grandi tavole imbandite per festeggiare con un pasto degno di questo giorno. I cuochi erano in fermento, talmente indaffarati che il capo cuoco chiese da un giovane sguattero di nome Toni, di seguire la cottura del dolce previsto per la fine del succulento pasto. Toni però si addormentò, bruciandolo. Impaurito per la reazione del capo cuoco, cercò di rimediare con un dolce preparato per i suoi amici utilizzando gli avanzi dell’impasto del pane a cui aveva successivamente aggiunto uova, burro, canditi e uvetta. Decise così di rischiare il tutto per tutto e di proporlo al capo cuoco come dessert per gli ospiti del Duca, che dopo un primo momento di dubbio si convinse a servirlo in tavola. Tutti i commensali apprezzarono e il dolce venne soprannominato “el pan de Toni” in dialetto meneghino, in onore del suo creatore. Con gli anni “pan de toni” divenne panettone.
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